Arrivo in Porto Rico martedi 30 maggio. Mi accolgono con tanta cordialità le nostre suore passioniste del grandissimo collegio di Santa Gemma che si trova in Carolina.

Il giorno seguente, le suore, mi chiedono di presiedere la Messa per il gruppo che aveva lavorato e stava lavorando per preparare la Tendopoli. Omelia in Spagnolo casareccio ….solo la mia faccia di bronzo fa queste follie.

Giovedì preparazione del campo. Grande timore per la pioggia. Sono due giorni che piove in continuazione. Venerdì inizio della Tendopoli. Primo grande problema: che facciamo piazziamo le tende nel campo o ci mettiamo dentro una struttura coperta, sempre aperta ai lati, del calcetto e della pallavolo?

Mi sento puntati gli occhi di tutti e… con l’incoscienza che mi ritrovo, sentenzio “al campo sportivo…” Non ci credo ancora: da quel momento non è caduta una goccia di acqua fino alla Messa delle ore 11 della domenica di Pentecoste…. Usciamo dalla Chiesa e una torrenziale pioggia pentecostale ci sommerge… Ma ormai tutto era … non finito, ma cominciava.

Nel pomeriggio di venerdì arrivano i ragazzi.  Oltre 50. Gli organizzatori sono molto contenti, non si aspettavano queste presenze. Accoglienza calorosa e fraterna in un salone ampio e preparato benissimo.

La dinamica della Tendopoli  è quella di sempre:  incontri, lavori di gruppo, preghiera e festa.  Il programa era molto intenso, forse anche troppo. Pensate che fin dalla sera dell’arrivo ci sono state due conferenze.

Oltre alla Via Crucis molto caratteristica, una novità di questa Tedopoli  è stata al Focata… o meglio il Fuoco nuovo,  vissutto sia come veglia di Pentecoste, che come conclusione della Tendopoli. Il cibo e il relativo servizio è stato più che eccellente.

La Tendopoli si è conclusa domenica con la Messa celebrata nella nostra parrocchia. I ragazzi, tutti con la maglietta sono entrati in processione tra una folla di gente che li applaudiva… l’unico che stava con un forte mal di testa ero io, condannato a presiedere la liturgia e predicare in castigliano…. lo Spirito Santo credo abbia fatto veri miracoli…. Come a Pentecoste “ognuno capiva nella loro lingua”, ma io non sapevo con quale parlavo (ancora adesso mi sorprendo).

Il lunedì le suore – preoccupate vedendomi distrutto – hanno avuto  pietà di me che per due notti avevo dormito nella tenda, mi portano a San Sebastian, dove hanno una graziosa abitazione. Insieme trascorriamo mezza giornata al mare… e mezza giornata di condivisione.

Il giorno dopo martedì sono sull’aereo per Bogotà. Scrivo da Bogotà. Sono nella nostra comunità di Carica. Su FB questa mattina ho scritto: Grazie Signore, è bello arrivare all’aeroporto e i tuoi ragazzi (permettetemi questa paternità che mi da gioia ma anche reponsabilità) ti aspettano, ti prendono le valigie, ti portano e pagano la cena e poi ti accompagnano alla comunità, dove un confratello ti conduce alla stanza preparata per te… fa freddo a Bogotà, ma il mio cuore è riscaldato dall’amore dei confratelli e dei ragazzi, GRAZIE MIO DOLCE GESÙ!

 

Padre Francesco