Tendopoli

Scenario bellissimo e inconsueto. Ad agosto attorno al santuario è un variopinto fiorire di tende da cui sbucano i giovani, freschi e sorridenti venuti per stare vicino a Gabriele. Ogni anno piantano qui il cuore e le tende per un’esperienza di fede.

Gabriele li invita all’ombra del gigante, il Gran Sasso, li conquista, li tiene svegli anche di notte. Sotto le stelle e su una collina trasformata in Tendopoli meditano, pregano, cantano. Cercano il senso della propria vita.

I giovani dialogano sopratutto con Dio e con Gabriele, scendendo nel profondo del loro cuore. Sostano per riflettere sulla propria vita, per sentirsi amati da Dio. Per quattro giorni la tenda diventa la loro precaria abitazione.

Piantano la tenda vicino a Gabriele che sentono come primo tendopolista. La sua chiesa, il suo santuario è la prima tenda che si adagia tra tende sorelle. Lontani dal chiasso delle città, appartati dal vociare confuso della folla, si tirano fuori dai normali interessi.

Si staccano dal rumore dello stereo per aprirsi alla meditazione, passano dalla frenesia del fare, alle mani alzate verso il cielo in atteggiamento di preghiera e di gioia. Nell’era della comunicazione ci si accorge che prima di ogni altra cosa occorre ascoltare e sopratutto ascoltarsi per non essere storditi dal bombardamento di parole grandi, ma vuote, mute anche se assordanti.

Per questa esperienza vengono giovani da tutta Italia, ogni anno la capacità ricettiva del santuario è chiamata a sostenere una prova sempre più dura. Ogni anno registra un nuovo record di presenze.

Tendopoli