Un “graffio nel cuore” che ti fa rimanere senza fiato
DANIELE

Quando mi è stato chiesto di raccontare la mia esperienza in Tendopoli ho subito detto: “Certo! Non vedo l’ora di condividere quello che ho vissuto…” poi con il computer davanti, non riuscivo a scrivere una parola: “sarà la tastiera che mi inibisce!”, ho pensato, ma neanche con penna e foglio è andata bene. Mi sono chiesto a lungo perché tale blocco, perché non riuscivo a scrivere di una esperienza così importante per me.

Semplice! La Tendopoli non è qualcosa che si può raccontare. “Esagerato!” potrebbe dirmi qualcuno… eppure è così: potrei raccontare quanto sono avvincenti le conferenze, quanto coinvolgenti e toccanti le parole di Padre Francesco, quanto lusinghevoli i messaggi che gli amici ti scrivono sulla maglietta, quanto emozionanti i momenti di preghiera e meditazione, quanto edificanti gli incontri nel gruppo… eppure non avrei detto tutto, non avrei raccontato il meglio.

Oppure potrei solamente ricordare la precarietà del vivere in tenda, la difficoltà nel prendere sonno con vicini esuberanti, la noia delle file per la doccia etc etc. Ancora non avrei detto tutto… non avrei raccontato il meglio. Ma mi chiedo: “cos’altro potrei scrivere sulla Tendopoli?”. So solamente che nell’animo avverti un vortice di emozioni: volti, parole, suoni che strappano la mente alla quotidianità, proiettandola in una realtà diversa, lontana dagli schemi, illuminandola di sogni, ideali tutti conditi alla luce della Parola; in un tempo in cui con difficoltà ci si emoziona veramente la Tendopoli è un “graffio nel cuore” che ti fa rimanere senza fiato un pò (per me il “graffio” del 2003 mi ha fatto rimanere col fiato sospeso per un anno!), una esperienza che fa scendere la lacrima sul volto mai solcato, un incontro con l’altro senza le difficoltà e gli impedimenti del “nostro mondo”.

Per me la Tendopoli è stata soprattutto una sorpresa: arrivato a San Gabriele mi sono sentito subito come un bambino davanti alla giostra: non sapevo in che direzione guardare, con l’animo eccitato cercavo come una spugna di trattenere tutto ciò che gratuitamente mi veniva donato da chiunque mi fosse accanto con inaspettata generosità. Assetato di genuina spiritualità osservavo i frati Passionisti ammirandoli per i loro diversi carismi tutti al servizio di Dio per i giovani della Tendopoli. Divertito, mi lasciavo trascinare dal coro in una gioiosa lode al Signore.

Insomma per me la Tendopoli è stato abbandonarmi ad una esperienza in cui come travolto da un uragano, mi sono sentito volare in alto, così in alto da poter dire: “a san Gabriele ho incontrato il Signore”; l’ho incontrato nella preghiera, nella meditazione della Passione, nella riflessione personale e comunitaria, nell’ascolto delle testimonianze, nel dialogo con amici vecchi e nuovi, nel divertimento e nella stanchezza. Grazie a chi con generosità mi ha invitato la prima volta a vivere una esperienza come questa.

Daniele Pichelli