Direttamente dal Tendagiovani 2007, la testimonianza di una giovane coppia tendopolista

P. Corrado
Abbiamo qui una giovane coppia, poi si sono sposati come oggi, 6 mesi fa! Quindi una coppia fresca che sono arrivati all’amore… ma come sono arrivati a questo amore? Stiamo attenti perché il Signore chiama a tante cose, ma questa è la strada a cui chiama la maggior parte di noi. Quindi ascoltiamo come sono arrivati a questa scelta a questo cammino insieme, cosa è che li ha fatti incontrare e come è cresciuto il loro amore. Si presentano loro… possono farlo!

Matteo
Ciao a tutti mi presento, siccome sono di Roma sono poche le persone che mi conoscono. Sono Matteo, come sapete mi sono sposato con Michela 6 mesi fa, faccio parte del movimento della Tendopoli da poco tempo, diciamo che è anche da poco tempo che seguo un cammino di fede. Ho 28 anni faccio il tecnico informatico e sono una persona come tutti voi, ho fatto gli studi superiori, li ho finiti, ho provato qualche anno di università poi non è andata come pensavo e sono entrato nel grande mondo del lavoro e quando ho avuto una sicurezza un po’ più stabile, che è cosa rara nel mondo del lavoro di oggi ho voluto subito coronare insieme a Michela quello che era un nostro desiderio intimo e profondo già da parecchi anni. Quello di unirci nel sacramento del matrimonio.

Però la nostra storia non è stata rose e fiori. Noi siamo stati fidanzati prima di sposarci più di 7 anni e c’è stato un cammino travagliato tra di noi anche prima del fidanzamento. Mentre Michela ha seguito sempre un cammino di fede ed è stata travolta dall’amore di Dio, io sono una persona che ha avuto un cammino totalmente opposto. Io vengo da una storia di problematiche nelle relazioni interpersonali, così le definirebbero gli studi di psico-sociologia, ho avuto dei problemi diciamo familiari come potrebbero averli ognuno di voi o più grandi senza entrare nei particolari. Questo mi ha portato inizialmente a sparire, come diceva l’ultima testimonianza avevo una fortissima sensazione di non contare nulla nella scuola, nella mia famiglia. Una sottovalutazione di me stesso, non sentirsi importante, amato.

Mi sentivo invisibile. Mi sentivo molto in quella frase… la prendo a memoria… chi non è nell’amore è nella morte. In quel periodo per me era così. Non sentirmi amato non sentirmi mai in un luogo dove stavo bene con me stesso. Allora mi chiudevo nella mia stanza e mi lobotomizzavo sui libri di scuola, con la musica.

Basta non pensare e non vivere la realtà che avevo attorno. Poi piano piano le cose sono cambiate. Trovare comunque delle persone che ti aprivano uno spiraglio piccolo ma te lo aprivano e si interessavano a te, mi ha fatto entrare nella fase dello sparare. Ma anche nello sparire e nello sparare c’è il germoglio della speranza… deve solo germogliare. C’è un po’ di Dio in ognuno di noi anche nelle problematiche più grandi del mondo.

Ho iniziato a sparare e a cercare una valvola di sfogo in qualcuno e quindi tutte le mie frustrazioni si sono trasformate in rabbia da sfogare verso quelle persone. E quindi il costruirsi un personaggio di rabbia a cattiveria. Poi anche grazie alle persone che ho incontrato capisci che è la strada sbagliata, e la persona che mi ha cambiato più di tutti quanti è qui al mio fianco. Ed è stata la persona che nonostante tutti i miei difetti mi ha cambiato. Io all’epoca ero un non fedele, un ateo convinto, un anti clericale, anzi provavo rancore, una rabbia profonda verso Dio. Il mio non era un ateismo nel senso non credo in Dio. Credevo in lui ma ero arrabbiatissimo per quello che era successo nella mia vita, per il disagio che avevo affrontato, per le situazioni in cui mi ero trovato. E questo mi ha portato a chiudermi a non voler vedere che comunque il Signore cammina sempre attorno a te. Se tu non lo vuoi vedere, se vuoi chiudergli la porta come ho fatto io per tanti anni è una tua scelta, ma Lui è sempre lì. Poi grazie a Michela, alla nostra storia, al fatto che lei non ha preso un pacchetto chiuso, come lo prendo mi sta bene e quindi andiamo avanti così… ma ha preso una cosa di cui si è innamorata. E poi è rimasta nonostante lei soffrisse del fatto che io non seguissi un cammino di fede e comunque nella mia vita non ci fosse il Signore… ma soffriva per me. È questa è stata la cosa più bella.

Oggi si parla di colpo di fulmine. Io non credo nel colpo di fulmine. Colpo di fulmine vuol dire che prendo una persona come è in quel momento e come sono io in quel momento. Ma le persone cambiano, le esigenze cambiano… e ti lasci prendi un altro pacchetto! Come diceva P. Francesco oggi tu sei nelle situazioni di difficoltà e le devi vivere con la fede, non puoi svicolare. Ed io sono qui oggi a portarvi la mia storia, il mio essere un uomo sposato perché Michela ha deciso di non sparire, di rimanermi accanto nella preghiera, senza costringermi, senza cambiarmi. Ma pregando perché Dio potesse aprirmi gli occhi.

Michela
Ciao a tutti. Mi ricollego al discorso di Matteo che da parte sua viveva il disagio di avere accanto una persona che da sempre ha fatto un cammino con alti e bassi, più o meno fedelmente. Però sono nata in una famiglia cristiana, ho avuto un certo tipo di educazione, sono stata educata ai sacramenti. Ho fatto quello che tra virgolette era normale per me. Quando mi sono trovata davanti invece una realtà che era quella della vita di Matteo, c’è stata un’ambivalenza. Da un lato ho rimesso in gioco i miei valori e le mie certezze, dall’altro c’è stato il tentativo di cambiarlo, non mi andava bene come era. Perché comunque non seguiva quello in cui credevo, dove andavo ci andavo da sola, quello che facevo lo facevo da sola, seguivo il cammino della Tendopoli da qualche anno e tutti gli incontri li facevo da sola… ed era una cosa che cominciava a pesare.

Quando sopratutto uno comincia a vedere le cose in un’altra ottica e comincia a pensare al futuro, le cose acquistano un altro valore, un altro significato e pensare al matrimonio e pensare a una vita insieme con una persona che non crede neanche in quello che fai non è troppo semplice. E lì c’è stata la crisi. Lui dice non sono sparita e non ho cercato di cambiarlo. Non è del tutto vero. C’è stato un momento in cui mi sono impegnata, per cui dire vado all’incontro o faccio questa cosa non era solo un’attestazione di fare qualcosa ma era un vuoi venire con me? Ci ha provato, porello, tocca dargli atto però non era quello che voleva, si sentiva a disagio. E faceva male anche a me perché si vedeva che soffriva a fare una cosa perché la facevo io, e non è come giocare a bowling che giochi perché gioco io, ma è un’impostazione di vita e non puoi farlo solo perché la fa un altro. E lì ho capito, forse tardi, che non dipendeva da me. Per quanto potessi dire e fare non lo avrei mai smosso… allora ho lasciato perdere. Ho smesso di spronarlo, però contemporaneamente ho iniziato a pregare perché lui potesse incontrare quello che avevo incontrato io. Diciamo che c’è stato un momento di crisi perché nella preghiera non mi veniva data risposta, quando uno non vede le cose e le cose non diventano tangibili sembra che non esistano. Quindi io non vedevo il suo cambiamento tangibile e pensavo non ci fosse. Poi un giorno un confessore mi ha detto una frase: “Bisogna seminare, non è importante che il seme attecchisca e che poi la pianta cresca, tu intanto semina, se poi non succede niente al limite puoi dire di averci provato”. Lì per lì non ero troppo convinta perché mi aspettavo dei risultati e non li vedevo e già stavo pensando a cambiare pacchetto. Finchè è venuto un giorno e Matteo mi ha detto “volevo farti una sorpresa ma non so come fare voglio venire in Tendopoli con te“. Sono rimasta un po’ basita e ho cominciato a dissuaderlo. “Guarda non è una cosa che devi fare per me, ci vediamo il fine settimana…” E lui “no no voglio venire”. E io “dai Matteo lascia perdere, se poi devi venire una settimana e dirmi, qua si prega troppo, la relazione è pesante… allora non venire è meglio… io vivo più tranquilla”. E lui “no io sono convinto, non lo faccio per te se no lo avrei fatto anni prima”. Fatto sta, per farla brave, che è venuto in Tendopoli poi io sono partita per l’erasmus, sono stata fuori 6 mesi. Quando sono tornata l’ho trovato attivo nel gruppo settimanale e tutti che mi dicevano che Matteo era stato presente e non si era perso un incontro e allora ho pensato che forse ero io… e si forse ero io o forse doveva fare la sua esperienza da solo prima di condividerla. Fatto sta che Lui ha scoperto la bellezza di quello che vivevamo e li non vi dico che le cose sono migliorate, però è proprio cambiato il nostro punto di vista, la nostra vita, fino a quando 6 mesi fa non ci siamo sposati. E adesso una delle cose più belle del matrimonio è pregare insieme.

Matteo
C’è stato un momento della mia vita in cui ho avuto un ping (scusatemi sta cosa da informatico). Mi è proprio arrivato un impulso, chiamiamola curiosità: sai sono quattro anni che stiamo insieme e questa va tutti gli anni alla Tendopoli… vediamo un po’ che c’è a sta Tendopoli. Non è una cosa “andiamo a vedere che fa” perché sono un ragazzo geloso. Voglio vedere cosa fanno questi in Tendopoli. Io comunque conoscevo Christian o altre persone che frequentavano la Tendopoli, ma ci sono andato per curiosità, e tutta la settimana c’erano cose che mi piacevano e altre che guardavo con occhio abbastanza laico, fino al venerdì, dove c’è un momento chiamato deserto in cui si fa silenzio e ognuno cerca di fare silenzio in se stesso.    Io ho fatto silenzio dentro di me e ho trovato che non ero solo. C’era un altro che era Dio, che era Gesù Cristo. E allora quella curiosità che mi aveva toccato, non era curiosità, ma forse un momento di lucida illuminazione e forse sono stato fortunato rispetto a tante altre persone che non hanno saputo coglierlo. Ho avuto la fortuna di avere un contesto attorno che mi ha aiutato a poterlo cogliere. Fatto sta che adesso siamo qui e di quel poco tempo da cui siamo sposati, vi posso dire il fatto di essere credenti non è che fa diventare tutto bello, tutto rose e fiori e che siamo sicuri che tutto andrà bene e perfetto, ma siamo coscienti che domani ci saranno nuovi problemi, ci saranno nuove esigenze, saremo persone ancora diverse, se Dio vorrà come diceva P. Francesco stamattina avremo responsabilità su altre persone, e le potremo affrontare insieme, ma non io e lei, ma io lei e Cristo.

P. Corrado
Grazie Matteo, grazie Michela. Approfittiamo del fatto che staranno ancora qui un po’, fino alla fine della Tenda Giovani magari con qualche domanda che può essere nata. Certo una testimonianza molto diretta, di persone ancora in cammino

Domanda
Ciao volevo chiedere. Quando ti sei trovato nel deserto da solo, che domande ti sei posto? Cioè tanto per darci un esempio anche a noi.

Guarda è una cosa che essendo personale, te la racconto ma non so quanto possa essere di valore detto a parole e non sentito. La prima cosa che ho scoperto è di non essere mai stato solo e la prima sensazione è stata di enorme disagio. Sai la parabola del figliol prodigo che torna a casa dopo aver sperperato il patrimonio paterno, aveva sperperato tutto con le prostitute, avrebbe voluto mangiare il mangime dei porci, torna a casa e il padre lo accoglie a braccia aperte. E io mi sono sentito veramente un verme. Cavolo io lo ho odiato, l’ho rinnegato l’ho schifato e lui era, rimane ed è ancora qui e sta ancora a braccia aperte ad aspettarmi. È disarmante e al contempo ti senti uno schifo, non me lo merito, assolutamente non me lo merito. Però quando arrivi a quel punto non puoi non rispondere è più forte di te. A quel punto sai che devi fare qualcosa che devi cambiare, devi votarti a un amore, all’Amore. Il senso della vita non è essere padre, essere qualcosa, ma essere Amore, cercare di camminare sulla strada dell’amore come lo intende Gesù Cristo attraverso Gesù Cristo.

P. Corrado
Io vorrei solo sottolineare una delle cose che hanno detto loro che mi sembra molto significativa. L’amore è l’unica forza che può cambiare noi stessi e può cambiare gli altri. Credo che Michela mia si sarebbe aspettato un cambiamento così da parte di Matteo e credo anche che lei possa dire che è proprio l’amore di Dio che può fare questo cambio. Cioè il suo amore poteva fare tanto ma non il rapporto di dipendenza tra le persone che le fa crescere, non è che uno sta in piedi perché si appoggia all’altro, ma perché entrambi in cammino si accorgono che c’è un altro amore che li precede e li accompagna e li orienta in avanti. Credo che sia un messaggio molto bello di speranza. Possiamo sperare, perché loro ce l’hanno detto, ce lo dicono con la vita, che l’amore di Dio ci fa crescere e ci fa andare oltre la tentazione dello sparire e dello sparare. Quindi ancora un grande grazie.