Lettera di Renato Zero alla Tendopoli

Vorrei fermarmi negli occhi di chi non vede per cercare le ragioni di tanta ostinata cecità, ma è pur vero che per vedere non bastano gli occhi…occorre la presenza e la complicità del cuore. Come per essere giovani, certi segni distintivi e caratteristici, spesso non bastano a fornirci un alibi credibile che giustifichi certe inspiegabili assenze verso l’impegno sociale e personale. Quando l’obiettivo primario e finale è inequivocabilmente: crescere persino perdersi è utile. Frequentare quelle brutte compagnie, provare il disagio di convivere con una solitudine ruffiana e bugiarda. Perché al di là della cagionevolezza o predisposizione, di un destino truccato e perverso, esiste un porto sicuro e inattaccabile: la coscienza.

Io mi sono speso comunque. Ho la testa piena di nomi, strade, appuntamenti ed incroci. L’istinto mi è stato compagno e la paura ha finito per divenire curiosità ed esortazione ad osare ancora di più. E poi…non ho mai perso la fede. Perché Dio (quello che ho incontrato) è riuscito a modificarsi con me, con i miei anni, vivendo le mie stesse esperienze. Inciampando e rialzandomi, l’ho sempre avuto al mio fianco, evitandomi noiosi rimproveri ed umiliazioni, e quelle tremende purghe di cui s’è già parlato tanto! La libertà non può essere punita, perché solo attraverso essa si raggiunge quel definitivo stato di grazia: la pace.

Violenza? Ne ho vista produrne tanta, in varie forme e modalità ma non l’ho mai vista salire sul podio, accaparrarsi consensi. La violenza è capace solo d’interrompere qualsiasi dialogo con la vita, è interdetta dalle nuvole, non fa germogliare fiori, non accende nessuna speranza. E poi quella violenza non fa tremare più nessuno….l’ amore sì! Eppure ci si difende da questo sentimento, forse perché è troppo più grande delle nostre ambizioni. L’euro arranca sempre di più. Il senso della proprietà e del possesso allontanano un abbraccio, una carezza, un perdono, persino la saggezza di un anziano è in pericolo!

Vi ho cantato buona parte delle mie esperienze, non sempre facili o felici. Ed in molti ci si sono riconosciuti. Forse quelli fra voi che hanno un’ossatura consistente e che non mettono in discussione, pazienza e coraggio. Lo stesso coraggio che vi ha portati qui per un indispensabile confronto, per infrangere quest’ insopportabile silenzio che minaccia di renderci schiavi di sterili abitudini o di false conquiste. Ho incontrato la tolleranza e l’ho trovata smagrita e febbricitante, eppure ancora fiera dei suoi figli “diversi”, ancora pronta a difenderli. Se busserà alla tua porta, fatti trovare sveglio. Preparagli una zuppa di girasole e poi falle incontrare i tuoi amici, quelli più dubbiosi e recalcitranti. Che finalmente la conoscano anche loro, e ne comprendano il valore.

Io, intanto, ho voglia di rivedermi con il sole. Vorrei riuscisse a vincere di nuovo. Un sole ancora giovane e sincero, che penetri nell’animo degli uomini, al di sopra tutte le bandiere.

Perché l’unica cosa certa, è questo cielo…è lì dove nasce e finisce ogni pensiero.