Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
RIFLETTI
Gesù sei entrato senza preavviso. Non ho avuto il tempo per riordinare la mia casa, la mia tenda: Il Tuo tempio. Ti vedo un po’ infuriato, hai ragione. Sei entrato, ti sei guardato intorno, hai osservato il disordine, una certa confusione, tanto rumore e, terminato il giro, prima di uscire, con voce severa: “Hai fatto della mia casa una spelonca di ladri”. Mi guardo intorno e mi accorgo – grazie Gesù – che la mia casa, che poi è la tua dimora, è diventata un centro commerciale. Si è vero, Gesù, ti ho sfrattato dal mio cuore. Il tuo tempio, l’ho trasformato in un super mercato del mio Io. E’ intasato dal mio fare, dalle mie preoccupazioni, dall’ansia di cercare consenso, dall’ambizione di contare, dalla passione di apparire.
Oggi la Tua parola, mi apre gli occhi sugli scaffali appesantiti dalle speranze deluse, dalle pretese fallite, dalle ferite aperte. Il mio cuore, intossicato dagli “schermi sempre accessi”, è plagiato dagli umori del momento, che annebbiano il Tuo amore. Gli auricolari incollati agli orecchi, m’intasano di parole untuose ma schiavizzanti, e mi nascondono la Tua Parola. Se il cellulare non squilla mi sento smarrito, se non ho migliaia di like mi sento inutile.
Come vedi Gesù la situazione sarebbe tragica se non avessi la certezza che tu mi ami. Guidami allora, a traslocare tutta la zavorra che appesantisce il mio cuore, nel tuo cuore di Padre. Continua a darmi la certezza che la consapevolezza della mia nullità, è la via per la tua regalità nel mio cuore. Aiutami a sfrattare il mio io, per fare spazio a Te mio Dio.
