Rientrò in se stesso e disse: Padre, ho peccato.


Questa parabola che é notoriamente conosciuta come quella del "Figliol prodigo", sarebbe più esatto chiamarla "del Padre misericordioso" in quanto il personaggio centrale e più importante é sicuramente il Padre.

Per quanto riguarda la richiesta del figlio minore, sembra che questa, rientri nelle consuetudine del tempo, visto che non avrebbe 
 a) ricevuto la benedizione riservata al primogenito,                                                                                                                                                                                          b)  ricevuto la maggior parte dell'eredità  
c) non sarebbe diventato il nuovo capo clan                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  Quindi chiede il suo terzo di eredità per provare a farsi una vita e una strada tutta sua.

Dopo essersi allontanato dal Padre comincia la sua discesa inesorabile verso la degradazione e il peccato. Questo suo degrado viene evidenziato da due fatti ben precisi, il primo è che si pone a servizio di un non ebreo, il secondo ben più grave per un pio figlio d’Israele , è il fatto che il suo lavoro é quello portare a pascolare i porci, che per un ebreo era fonte di peccato e di massima impurità legale.

A questo punto Luca usa una bellissima espressione : RIENTRO' IN SE STESSO , cioè prende coscienza della sua situazione, del suo peccato, della forza del suo pentimento, che lo spinge ad elaborare quella bellissima  e liberatoria richiesta di perdono: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te.

Il Padre buono, che era in attesa di questo suo figlio smarrito, non permette neanche che egli  termini la sua confessione, ma mostra tutta la sua gioia, tutto il suo amore per questo figlio che era perduto, ma é stato ritrovato.

Siccome l'amore e la gioia sono incontenibili, il Padre vuole comunicarla a tutti e organizza una festa di ringraziamento.

A questo punto, il figlio maggiore (sostanzialmente invidioso) non riesce a comprendere la gratuità dell'amore.

La sua reazione, infatti,  é di tipo legalistico : "ti servo da tanti anni, non ho mai trasgredito"; egli non si appella all'amore ma alla legge.   Il suo rapporto con il Padre non è di amore, ma di stretto dovere. Qui sta la sua incapacità di capire la gioia e l'amore del Padre .  Infatti  il figlio maggiore parlando dell'altro dice : tuo figlio; mentre il Padre richiama la sua attenzione dicendogli: guarda che parliamo di " tuo fratello".  Consiglio per una buona lettura e comprensione del brano : NOI che leggiamo, noi, noi siamo i figli prodighi, quelli che disperdono le grazie di Dio,  siamo quelli che si sono allontanati dal Padre buono, noi siamo quelli che hanno bisogno della grande misericordia di Dio-Padre.

Inoltre NOI siamo anche i figli maggiori che spesso “servono”  il Padre per puro dovere o paura e non per amore. Gelosi e invidiosi, che stiamo dalla parte di Dio (quando ci stiamo…) solo perché ci aspettiamo un contraccambio e non per puro amore di risposta al Suo.

Sempre pronti a fare le nostre rimostranze se non siamo soddisfatti.

Utilizziamo questa quaresima per "RIENTRARE IN NOI STESSI" per prendere coscienza delle nostre mancanze e dei nostri peccati e torniamo alla casa del Padre, che ci attende, per gettarci fra le sue braccia aperte.

 Riccardo

PILLOLE DI SAGGEZZA:   Un  anziano disse un giorno ad un giovane :" Ricordati che l'uomo fa le regole per gli altri e le eccezioni per sé . (Padri del deserto)