Intervistati i primi protagonisti della Tendopoli: il vescovo di Teramo e il P. Provinciale dei Passionisti
VESCOVO DI TERAMO S.E. Vincenzo D’Addario
D. Che cosa può rappresentare un movimento come la Tendopoli all’interno della Diocesi?
R. Può rappresentare un cammino di fede personale, comunitario, con tutti i partecipanti, che permette poi di diventare testimoni credibili di Cristo
D. In un mondo come quello di oggi pieno di messaggi, di stimoli, un giovane come può sentire la voce della sua coscienza ed eventualmente rispondere alla domanda “Sono forse io?”
R. Nella preghiera, preghiera intesa non come formula da ripetere ma come ascolto di Dio. Nel momento in cui ci apriamo a Dio e diventa il centro della nostra vita allora sappiamo valutare le scelte opportune della nostra vita quotidiana e incontrare il Signore veramente
PADRE PROVINCIALE PASSIONISTI – P. Piergiorgio Bartoli
D. In che modo la spiritualità dei Passionisti influisce sul movimento della Tendopoli e viceversa
R. Cominciamo dal viceversa… una realtà giovanile come questa che porta una nota di giovinezza, di vivacità quando l’età comincia a creare dei problemi a noi è qualche cosa di nuovo, quindi che da entusiasmo, specialmente ai nostri giovani (consacrati, n.d.R.), si sa che fanno il loro cammino. Loro in particolare si sentono sicuramente entusiasmati, si sentono spronati a fare qualche cosa di più, a vivere anche più intensamente la loro vita come religiosi, al servizio dei fratelli, specialmente dei giovani, perchè come ci ha detto il papa Giovanni Paolo II e come sicuramente ci dirà anche Benedetto “il futuro è nelle mani vostre”, quindi sicuramente il mondo è dei giovani. Bisogna che i nostri giovani si interessino, si entusiasmino anche per queste cose
D. Quale potrebbe essere il modo per un giovane di fare da guida agli altri (nella fede, n.d.R.), cioè di far vedere la sua cristianità
R. Con la sua presenza… la sua presenza è già una testimonianza. Anche con la sua parola, sicuramente, ma io credo che valga più la testimonianza, quella di uno che ha fatto una scelta, la scelta ben precisa di seguire Gesù, e ha deciso di seguirlo in una maniera particolare. Io credo che con questo già suscita degli interrogativi in chi lo vede, “Perchè lui ha fatto questa scelta?”; è una scelta che poi è una risposta, perchè in fondo chi sceglie è sempre il Signore. Però chi sa e si chiede “Gesù ha chiamato quella persona… e quella persona ha risposto di si, che vuol dire?”. Vuol dire che in fondo è rimasto affascinato da Lui, se ha deciso di seguirlo vuol dire che vale la pena. Non tutti potranno seguirlo allo stesso modo, ma amarlo (il Signore) e mettere in pratica quello che lui ci ha insegnato, questo si!