Sabato 6 e domenica 7 aprile i responsabili regionali ed il direttivo della Tendopoli si sono riuniti tra le verdi valli del Molise, a Larino, per prendere parte al 65° incontro responsabili.

Ritrovarsi per pregare insieme con i ragazzi della Tendopoli è un’esperienza che gratifica il cuore; non a caso padre Francesco ci ha confidato che una suora passionista, parlando della Tendopoli, gli ha detto: “avete creato uno stile nuovo di preghiera!”. Guardarsi negli occhi per pregare, cantare e testimoniare la presenza dei gruppi Tend nelle varie regioni italiane è il segno per il quale siamo chiamati ad essere “non anonimi invitati ma sposi responsabili”. Padre Francesco nella sua relazione “Liberi con un Sì” ci ha delineato quella che sarà la prossima edizione della Tendopoli; ma ci ha invitati a riflettere sul movimento in generale e su quello che è stato e sarà con l’aiuto di Dio ma soprattutto con il nostro.

Un segno indelebile: il 6 aprile è impresso nel cuore degli italiani per un triste evento: il terremoto dell’Aquila del 2009. A distanza di dieci anni la ferita aperta alle 3.32 di quella tragica notte non si è rimarginata. Nei vespri del sabato sera abbiamo dedicato un momento a chi non è più tra noi da quel 6 aprile del 2009, in particolare abbiamo ricordato “la nostra Federica”, tendopolista che dando anima e corpo per la Tendopoli, per la parrocchia, quella notte ha incontrato il Signore. Personalmente non ho avuto l’opportunità di conoscerla ma l’ho ri-trovata negli occhi dei tanti dei ragazzi che la ricordano ed ho così percepito il vuoto che ha lasciato all’intera Famiglia.

Termino con una frase di Papa Francesco riportata nella lettera di invito all’incontro: “Siamo in cammino: continuate a camminare, continuate a vivere la fede e a condividerla. Non dimenticate che non siete il domani, non siete il «frattanto», ma siete l’adesso di Dio”. Saranno queste le parole che ci aiuteranno a ritrovare ancora del “vino buono” che alimenterà il banchetto cominciato trentanove anni fa.

Andrea

Attraverso tre regioni e innumerevoli cantieri sulla strada, è stato più il tempo passato in autostrada che quello effettivamente speso in Molise. Cosa mi ne verrà fuori da questo incontro responsabili? Dubbi di chi ne ha vissute, amarezze velate per un periodo difficile, speranze riposte, a volte in un cassetto. Arrivo e vedo la struttura, bianca e rossa evidentemente ristrutturata da poco, si staglia silenziosa sulla cima di un colle, scruta il mare in un pallido e inoltrato pomeriggio. Mi ritrovo a vagare con lo sguardo, mi gustavo il sapore di quelle terre e non volevo varcare la soglia, un campo da calcetto con dei ragazzi squillanti che parlano strano, mh… che se è vero che Cristo si è fermato ad Eboli l’italiano si è stancato prima. Il pensiero mi segna il volto di un sardonico sorriso. Siamo tutti, saluti e baci!

Pieffe, così conosciuto dai più giovani, ha il solito modo di fare. Che treno. Lo ammiro e provo timore reverenziale per lui. Il suo: “Dio è grande”, risuona per me come lo start alla corsa podistica, strano, stavolta non l’ha gridato, peccato. Ci riuniamo in una cappellina, dove faremo adorazione, e vengono trattati i temi centrali delle letture della domenica: qual è la spazzatura nella tua vita? Gettala, “Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo […]”; L’incontro con Dio è un cammino: “dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la meta”; e non per ultimo il Vangelo di Giovanni e l’adultera. Ho un foglio di riflessione e poco tempo, sono molto belle le letture e le immagini che suscitano sono molto impattanti. Come giudicheresti un pittore dal tratto che esso ha sulla tela cosi si giudica un poeta, d’altronde anche lui scrive dei quadri. Mi perdo nei miei pensieri ed inevitabilmente si fa tardi. Il giorno ormai volge al termine ed io mi rilasso, il viaggio mi ha stancato e la voglia di socializzare è al minimo; mi ritiro nelle mie stanze.

Domenica: “Dling dling dling Sveglia giovani!” Mai campanella venne più odiata, sappi che ti sei fatta un nemico per la vita. Il giorno del mio passaggio, sono molto emozionato e carico, anche se nessuno mi ha detto cosa devo fare… Colazione, e poi si inizia. Vi aspettate davvero che vi racconti la giornata ora per ora?! Sappiate soltanto che durante la celebrazione sono divenuto una sentinella, veglierò nella notte affinché possiate dormire sonni tranquilli, pensate non sia un lavoro importante? Tante persone mi fanno gli auguri e devo dire che è imbarazzante ricevere cosi tante attenzioni, aiuto. Il tempo delle mele è finito e la giornata si va a chiudere con un ottimo pranzo. Beh, che ve ne pare? Ho reso l’idea? Se non ci avete capito molto venite a sperimentarlo voi stessi, ci metto la faccia, è un’esperienza da fare.

Cristian