Darsi gli auguri a Natale è “un fatto scontato” …ma mi chiedo: Che cosa ci vogliamo augurare? Un mondo di pace?… Nessuno ci crede. Un mondo più giusto? È una utopia. Il riscatto dei poveri? E’ quasi una bestemmia. Che ci dobbiamo augurare… per non essere banali , se non addirittura offensivi del Natale stesso?
“Gli unici auguri che sento veri e che vorrei condividere con te – sperando di essere compreso – sono quelli di essere un “poco indignato”, una indignazione giusta, come probabilmente era “indignato” San Giuseppe che non trovava posto negli alberghi di quella città, dove era andato per compiere il suo dovere, e non trovava un alloggio per la sua donna per la quale si “era compiuto il tempo del parto”.
Auguro a me e a te di sperimentare questa “provvidenziale indignazione” di non avere un posto nei caveau dell’alta finanza, nei bunker del potere, nelle cattedrali dei centri commerciali, nelle basiliche della domenica sportiva o delle cerimonie spettacolo, e di avere la forza e il coraggio di non fermarti, di andare oltre la città, fuori le mura del potere a cercare una tenda , una capanna, una grotta dove far accadere la speranza.
“Non abbiate paura! – ha detto il santo Padre– L’umanità non è sola davanti alle sfide del mondo. Dio è presente.” Lui ha posto la sua tenda in mezzo a noi. Ai giovani che non hanno il “posto”, agli adulti che hanno perso un “posto”, ai potenti ché hanno paura di lasciare il “posto”, a chi non ha la coscienza a “posto”, auguro di essere nella gioia perché colui che viene, e non c’era posto per lui nella città” è stato capace di far dormire “ l’agnello e il lupo “ allo stesso posto”.
Buon Natale e Felice anno nuovo