I PRECETTI DEL SIGNORE DANNO GIOIA

La frase riferita da Giovanni  –  “glielo abbiamo vietato”  – è sintomatica di uno strano modo di vedere le cose da parte dei discepoli più vicini a Gesù, essi, in pratica, pretendono di essere gli unici depositari della missione di Gesù, pretendono di essere coloro che stabiliscono chi è dentro e chi fuori la chiesa. Gesù rifiuta questo modo di vedere le cose, perché la sua grazia  e la sua forza, possono essere presenti in ogni uomo, perché chi non è contro di lui è per lui.

Lo Spirito di Dio agisce come vuole e quando vuole, a prescindere da quello che pensano i discepoli, nessuno è padrone del messaggio o della grazia o della forza di Gesù; se ne può essere servi, ma mai padroni.

Certo che a ben vedere questo atteggiamento dei discepoli, molto spesso lo ritroviamo anche oggi nelle nostre comunità, nei singoli o all’interno di  gruppi, che pretendono di dare la patente di cristianità all’uno o all’altro.

 Gesù desidera liberarci dal peso delle nostre meschinità.

Andiamo a leggere nella Prima Lettura cosa risponde Mosé a Giosué che ha un atteggiamento simile a quello dei discepoli: Sei forse geloso ?  Fossero tutti profeti nel popolo del Signore.

Ecco, questo di Mosé è l’atteggiamento giusto, perché pur essendoci dei luoghi privilegiati per  l’azione dello Spirito, esso non ha dato a nessuno il monopolio o l’appalto della sua azione, lo Spirito soffia dove vuole e nessuno ingabbia la libertà di azione dello Spirito di Dio.

Nella seconda parte del vangelo Gesù ci fa delle serie raccomandazioni circa gli scandali, la parola scandalo potremmo metterla in relazione a un comportamento che è causa di caduta, che porta fuori strada. Un esempio di comportamento scandaloso possiamo trovarlo nel Re Erode che prende come moglie la sposa del fratello Filippo.

Egli, il Re, non avrebbe dovuto tenere un comportamento così contrario alla Legge, e nello stesso tempo non avere nessun sacerdote che avesse il coraggio di affrontarlo perché ponesse fine a questo suo modo di vivere. Quanti ebrei avrebbero potuto pensare: se questa cosa la fa il Re e nessun sacerdote trova di che ridire, vuol dire che è lecita.

 Invece non è così, una voce si alza forte e profetica, è quella di Giovani il Battista che dice ad Erode: Non ti è lecito.

Ecco, Giovanni rimette le cose nella giusta dimensione, nella giusta luce, fa sì che il comportamento peccaminoso di Erode e della cognata-concubina, possa essere considerato per quello che è, un atto illecito, immorale. Ed ora vediamo cosa significa per noi: se noi ci professiamo cristiani, e poi, nella vita siamo ingiusti, spietati, cinici e incoerenti, noi impediamo che gli altri uomini prendano sul serio la parola di Gesù, siamo di scandalo, di impedimento agli altri.

Per cui dobbiamo cercare di essere testimoni coerenti, affinché non ci sia differenza tra ciò che diciamo e ciò che facciamo, tra la nostra parola e la nostra azione.

Chiediamo al Signore Gesù  di aiutarci a diventare suoi buoni discepoli,  ad essere come la lampada che brilla nel buio della notte, per richiamare gli smarriti di cuore.

 


Pillole di saggezza:

Il cristiano è un seguace di Cristo, che riconoscendo di essere un peccatore incallito cerca di superarsi ogni giorno della sua vita con l'aiuto di Gesù Cristo. (Anonimo)