NON SIAMO STRUMENTI DI DISTRUZIONE – "Da questa Città della Pace, ripeto con la forza e la mitezza dell’amore: rispettiamo la creazione, non siamo strumenti di distruzione", ha detto anocra il Pontefice durante l'omelia, lanciando così un appello per la difesa del creato. Quindi ha chiesto nuovamente che "cessino i conflitti armati che insanguinano la terra", che "tacciano le armi" e si ascolti il "grido" di chi soffre e muore per il terrorismo e le guerre, specie in Siria, in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente.
PAPA: PREGHIAMO PER L'ITALIA, CHE OGNUNO LAVORI PER IL BENE COMUNE – A conclusione della messa Papa Francesco ha voluto lanciare un messaggio di unità e contro ogni divisione che danneggi il "bene comune" per il nostro Paese. "Preghiamo per la Nazione italiana, perché ciascuno lavori sempre per il bene comune, guardando a ciò che unisce più che a ciò che divide", ha detto ai 50mila che assistevano alla celebrazione liturgica. "Non posso dimenticare – ha detto il Papa – che oggi l'Italia celebra San Francesco quale suo Patrono. Lo esprime anche il tradizionale gesto dell'offerta dell'olio per la lampada votiva, che quest'anno spetta proprio alla Regione Umbria. Do gli auguri a tutti gli italiani nella persona del capo del Governo. Preghiamo per la Nazione italiana, perché ciascuno lavori sempre per il bene comune, guardando a ciò che unisce più che a ciò che divide". "Faccio mia – ha proseguito il Papa – la preghiera di san Francesco per Assisi, per l'Italia, per il mondo: Ti prego dunque, o Signore Gesù Cristo, padre delle misericordie, di non voler guardare alla nostra ingratitudine, ma di ricordarti sempre della sovrabbondante pietà che in (questa città) hai mostrato, affinché sia sempre il luogo e la dimora di quelli che veramente ti conoscono e glorificano il tuo nome benedetto e gloriosissimo nei secoli dei secoli. Amen".
L'APPELLO AL CLERO – Nel corso della lunga giornata Pontefice ha anche incontrato il clero nella cattedrale di San Rufino e qui è tornato a parlare a braccio esortando i sacerdoti a evitare "queste omelie interminabili, noiose, nelle quali non si capisce niente". "Non abbiate paura di uscire e andare incontro agli emarginati, non lasciatevi bloccare da pregiudizi, da abitudini, rigidità mentali o pastorali, dal ‘si è sempre fatto così’", ha detto ancora il pontefice invitando ad andare nelle periferie. Tre sono infatti le azioni fondamentali indicate da Bergoglio: "Ascoltare la Parola di Dio, camminare, annunciare fino alle periferie". "Tutti possiamo migliorare – ha detto ancora – la cosa importante è riconoscere i propri sbagli e chiedere perdono".
IL DISCORSO AI GIOVANI – Infine il Pontefice ha incontrato i giovani dell'Umbria nella basilica di Santa Maria degli Angeli, invitandoli a "non avere paura di fare passi definitivi nella vita come è quello del matrimonio". Il Papa ha risposto ad alcune domande e non sono mancati momenti di ilarità. "Quando viene da me una mamma che mi dice – ha raccontato – ‘Ho un figlio di trent’anni ma non si sposa, non si decide, ha una bella fidanzata ma non si sposano’, io le rispondo ‘signora, non gli stiri più le camicie!'". Non sono mancate, però, nemmeno le critiche, in particolare a "certi programmi televisivi" e al modo "superficiale ed equivoco" con cui la società odierna considera la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna.