In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e
bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
RIFLETTI
Caro Gesù, queste tremende parole le sento rivolte anche a me. …. “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori d’ingiustizia!”. -“Dimmi, Gesù, chi è l’operatore d’ingiustizia?” -“Devi sapere, Francesco, che la mia giustizia non è come la tua: non è relazionata ai tuoi comportamenti, al tuo fare. La mia giustizia è la fedeltà al patto che ho fatto con te. Mi sono impegnato ad amarti ed ho sacrificato la vita, morendo sulla Croce, per rendere evidente il mio amore; questa è la mia giustizia: è misericordia”.
– “Allora Gesù, la mia “ingiustizia” è la dimenticanza del Tuo amore, è la pretesa di potermi salvare da solo. Divento un “operatore d’ingiustizia”, quando non amo e penso di essere giusto perché prego, vado a messa, faccio i miei doveri. Quando celebro belle liturgie, ma non faccio della mia vita una celebrazione liturgica di lode”.
-“Si, questo è il problema. Ti sei abituato a vivere un amore di facciata, un amore stanco. L’abitudine all’amore uccide la vita. Si lo so, tu leggi il Vangelo, fai e ascolti tante prediche, ti confessi, fai la comunione, ma non mi lasci lavorare, non mi segui sempre sulla strada in salita, rifiuti il bisturi del mio amore che cerca di pulire le zone incancrenite. Ricorda: solo se ti lasci correggere inizia il cammino di crescita”.
– “Gesù aiutami, la giustizia che mi chiedi è fidarmi di Te, arrendermi al tuo amore. Grazie, Gesù, la vita è stupendamente bella perché mi ha insegnato che chi vive “di amori o di umori” muore, ma chi muore per amore vive. E’ giunta l’ora di non parlare di amore, ma essere amore, di non “ dare pane e parole”, ma diventare “pane di vita”
