In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
RIFLETTI
Gesù, il Tuo curriculum di presentazione è inquietante: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra”. In un primo momento, perdonami Gesù, non mi è sembrata un’accattivante promozione della Tua missione, perché il fuoco brucia, distrugge, consuma. Poi ho pensato che Tu eri figlio di un fabbro e avrai notato che Giuseppe metteva il ferro nel fuoco per trasformarlo. Il ferro diventava incandescente e malleabile, che, con appropriate martellate, si lavorava secondo la forma che si desiderava. Ecco Tu Gesù sei il fuoco che non distrugge, ma il fuoco che riscalda, infiamma il cuore indurito dell’uomo, per trasformarlo e renderlo nuovo. Tu prendi l’uomo, vecchio e arrugginito, e, con il fuoco dell’amore lo rendi vita nuova. Tu, come si fa con l’oro e con l’argento, mi “purifichi dalle scorie” e mi rendi capace di un modo diverso di essere e di vivere.
Gesù Grazie, continua a bruciare e a bruciarmi; liberami dalla tentazione di “vegliare e venerare il tepore delle ceneri”, ma di custodire il bruciore del fuoco, per essere martellato e plasmato sull’incudine del quotidiano Tuo amore.
