In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
RIFLETTI
Come ti ho detto altre volte, di marketing, mio caro Gesù, non ne capisci molto. Chi può venirti dietro quando pretendi di essere amato più del babbo e della mamma e poni la condizione di portare la croce?
– Ti spiego figliuolo: Quando ti chiedo di “amare di più” non intendo instaurare una competizione sentimentale o emotiva, tra me e i tuoi affetti. Voglio farti capire che il mio amore è più di ogni altro amore. L’amore verso i tuoi genitori deve essere dentro il mio amore. Più ami me, più ami i genitori; se il tuo amore per i genitori non è generato dall’amore che hai per me, non è amore. Il mio amore è “più” perché comprende anche l’amore per i tuoi genitori. Poi ti chiedo di prendere la croce: Sai cos’è la croce per due persone che si amano? E’ donarsi amore. E’ perdersi nell’amato. La croce è l’amore che si consuma, è il seme che muore nel terreno dell’amato. E’ la fatica di rompere la corteccia dell’io, per trovare la “perla”, cioè la vera vita. Per questo ti chiedo di amarmi più della tua vita, perché io sono la vita che sta sotto la crosta del tuo io. L’amore è la Croce.
– Gesù aiutami, in un mondo che toglie le croci e non comprende l’amore, a stare con Maria sotto la Croce per testimoniare l’amore.
