In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
RIFLETTI
Gesù questa parola mi fa paura. Sì, Lazzaro mi rompe dentro. Sono tante le “persone Lazzaro” che, anch’io, non vedo, o meglio non voglio vedere. Si Gesù, perché, sono io il ricco epulone che fa finta di non guardare, e con il pretesto del fare, corro senza guardare, parlo senza ascoltare, giudico senza amare. Chiuso nel mio arrogante io, arroccato in una vuota autostima, non ascolto e non ti riconosco quando ti manifesti affamato, assettato, prigioniero, ignudo.
Un’altra cosa vorrei condividere con Te Gesù: Mi preoccupa il “ricco epulone” di oggi, che avvelena l’uomo con cibo “etichettato dal sistema” e gli nega il “cibo vero” che da significato alla vita. Mi fa paura questo “ricco epulone Master Chef”, che abbuffa il povero, gli crea esigenze, gli riempie la pancia e gli vuota l’anima. Mi preoccupa questo “ricco epulone” usa e getta, ingrassato dal consumismo, che, non aiuta i poveri, ma li crea, se ne serve e poi li scarta. Contesto questo “ricco epulone”, non perché non mette la mano nella borsa, ma perché i soldi che offre se li riprende con interesse. Rifiuto e condanno questo mondo opulento, dove l’avere vale più dell’essere, il fare più dell’amore. Mi rattrista costatare che la catena di montaggio del profitto, “costringe” la mamma e il papà ad andare a lavorare per sopravvivere, e gli nega la gioia dell’amore dei figli e la sapienza dei vecchi genitori. Gesù pensaci Tu.