LA PAROLA SI FA CARNE 16.11.25
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
RIFLETTI
E’ una vita Gesù, che sento parlare e sparlare del tempio e della Chiesa, “ornata di belle pietre e di doni votivi”. Mi fanno riflettere, però, le tue inquietanti parole: “Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”. E’ vero. La Chiesa per molti è diventata un pacco ben confezionato, ma vuoto. Gli opinionisti di moda la danno per spacciata, i social la banalizzano, i tradizionalisti rimpiangono il glorioso passato. La Chiesa, però, non è una opinione, è Vita. Bisogna entrarci per amarla. Viverla per capirla. E’ fede in Gesù che vive nella storia. Un saggio confratello ripeteva spesso: “Quando il Signore verrà, troverà ancora la fede sulla terra?” E si rispondeva: “Io credo di sì”, e aggiungeva: “Non sono certo se troverà ancora parrocchie, unità pastorali, diocesi, ma la fede si”.
Questo lo credo anch’io, Gesù, ma la tua parola mi incalza: “Francesco bada bene a non lasciarti ingannare”. Non vantarti delle tue belle pietre, dei tuoi trofei, dei tuoi diplomi. Io sono il tuo tempio, io il tuo tesoro. Sappi, “verranno giorni” che – perché ti amo – farò cadere le tue pietre preziose, i successi incorniciati, la stima rubata al mio amore. Per amore ti rompo, per portar frutto ti poto, per salvarti ti cerco.
Aiutami Gesù a vivere il mio oggi, non come “tempo mio” che genera pessimismo e angoscia, ma come “tempo Tuo” che partorisce la gioia di vivere. Non c’è vita senza amore, non c’è parto senza sangue, non c’è amore senza morte .
