In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
RIFLETTI
Gesù, non fai sconto a nessuno. Nicodemo ti stimava e anche se con timore, voleva seguirti, ma, come sempre, sei chiaro e non lo illudi nel prospettargli il Tuo futuro: “Come Mosè innalzò il Serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo”. Grazie Gesù, domenica scorsa ci avevi detto che chi vuol venire dietro di Te deve prendere e portare la croce, oggi sei Tu che ti metti in croce, che riempi la croce, abbracci la croce. Vedi Gesù, la croce disabitata mi avrebbe fatto paura, ma su quella croce Tu risorgi, trasformi quel patibolo di morte, in trono di gloria. «La croce senza la risurrezione è cieca; la risurrezione senza la croce è vuota». Questa “croce abitata” mi da la certezza che la mia salvezza nasce da Te che mi ami, non dal mio amore a Te. L’unica vera eresia cristiana è l’indifferenza, la dimenticanza di essere amati. «Noi non siamo cristiani perché amiamo Dio. Siamo cristiani perché crediamo che Dio ci ama» (L. Xardel).
Signore aiutaci, la logica del ‘fai da tè, ci ha condotti, in una drammatica esperienza di vuoto e di noia, in una voragine di non senso. Abbiamo, concentrati sul nostro ombelico, cercato il consenso e il successo, e ci ritroviamo sbattuti in basso, caduti nella melma della depressione e della violenza verso se stessi, oltre che verso gli altri. Ma…se permetti Gesù, vorrei ricordarti che sei venuto per noi malati e peccatori: Grazie.
