Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

RIFLETTI
Caro Gesù è meraviglioso! Ti vedo scendere di corsa le scale. Lo avevi atteso, ogni ora ti affacciavi al balcone, ci speravi. Ora gli corri incontro perché lo vedi arrivare. Lo abbracci, il figlio perduto è tornano. E’ festa. L’altro figlio, ritorna anche lui dai campi, si sente trascurato, ha le carte in regola, il contratto sindacale in mano. Ti viene vicino, e in faccia ti urla: “Non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici”. Ti vedo ferito da quel severo giudizio, non capisci. Guardandolo negli occhi lo preghi: “Figlio, tu sei sempre con me, e tutto ciò che è mio, è tuo”, tu non devi elemosinare un capretto, puoi prenderlo. Gli spieghi anche le ragioni della festa: “ Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.
Sai, Gesù, questi due figli li capisco, non li condanno. Non mi schiero né con il piccolo, né con il grande, perché mi ritrovo in entrambi. A volte mi comporto come il fratello minore e Ti considero un mio avversario o un mio concorrente, e rivendico la parte che mi spetta, cioè faccio quello che mi pare. Altre volte mi relaziono a Te come il fratello maggiore: Ti penso ingiusto, severo, e non mi sento valutato per quello che realizzo.
Signore aiutami: Tu non sei né un mio concorrente né un giudice severo, sei mio Padre che mi ama non per quello che produco, ma per quello che sono. Vieni a cercarmi quando mi nascondo al tuo amore, e svegliami quando mi atteggio a un capriccioso vittimismo.