Il brano evangelico di questa domenica ci racconta la visita della Vergine Maria alla parente Elisabetta. Questo viaggio inizia poco dopo  l'annuncio  dell'angelo Gabriele, dal quale Maria viene a conoscenza della miracolosa gestazione di Elisabetta. Maria guidata dallo Spirito intraprende il viaggio e va ad  Ain-Karin sulle montagne della Giudea, per  prestare aiuto alla sua anziana parente (cugina? );  nonostante anche lei fosse in stato interessante, e portasse in se' nientemeno che il Salvatore del mondo, il Messia promesso fin dalla notte dei tempi.

È da notare come al centro del brano, vi siano due donne, (due anawin) due serve (povere) del Signore. Il Signore inaspettatamente si fa vicino a queste due donne in modo particolare, in ambedue i casi con il dono di un figlio, direttamente in Maria e indirettamente in Elisabetta e loro diventano testimoni gioiose di questo grande evento.

Elisabetta é la sterile che per grazia divina diventa madre, da triste  diventa piena di gioia,  é la madre di Giovanni il Battista, il precursore, colui che dovrà preparare i sentieri per il Messia, e che Gesù definirà il più grande fra i nati di donna.

L'altra donna é Maria, la Vergine che diventa madre per intervento  divino, per la potenza dell'Altissimo, lei é colei che tutte le generazioni chiameranno beata;  quella di cui il profeta Michea dice: quando colei che deve partorire partorirà. E il profeta Isaia:  quando la vergine partorirà….

La grandezza di Maria non sta nel fatto che partorirà il Messia, ma  nel fatto che lei più di tutte ha creduto alle promesse del Signore, più di ogni altra creatura ha avuto fede nella Parola di Dio. Perché prima di partorirlo nella carne lo ha partorito nel suo cuore.

Per questo la chiesa fa di Maria il modello della fede:   beata perché ha creduto.

Da Lei dobbiamo imparare a far nascere Gesù nel nostro cuore, per poi portarlo agli altri, farlo conoscere a tutti , diventarne testimoni.

Dobbiamo imparare come lo spirito di servizio e la carità vengano prima di ogni considerazione. Maria  per prima mette in pratica le parole di Gesù: chi vuol essere il primo si faccia servo di tutti.

Dio si serve di due inermi donne, ebree sconosciute, emarginate, tagliate fuori dal giro dei potenti, ma loro non si affrettano a dire : io non ne sono degna, oppure  non ne sono capace, lasciano solo che Dio operi in loro come  vuole.

Per questo Maria potrà dire nel Magnificat:  Dio in me ha fatto grandissime cose, ha mostrato a tutti la sua potenza e la sua gloria, operando im me che sono insignificante, e tutto questo è esclusivamente opera  sua, del suo amore per gli uomini.

In questa vigilia di Natale, preghiamo il Signore affinché ci aiuti afar germogliare in noi la sua Parola, il suo Figlio prediletto, perché noi che siamo nelle tenebre possiamo vedere questa grande Luce.

Riccardo

 


PILLOLE DI SAGGEZZA:

La fede è l'incontro dell'amore discendente di Dio con l'amore ascendente dell'uomo. ( A. Evdokimov)