Morrovalle 23.04.2012
Tendopoli S. Gabriele
Credersi onorato, per essere stato fatto superiore e
credersi disprezzato perché si ha un ufficio umile,
è un sentimento veramente indegno di un religioso
Il cristiano non deve mai preoccuparsi di quello che dicono gli uomini, purché non offra ad essi un giusto motivo di biasimo: anzi, chiuda le orecchie quando compie il suo dovere. Uguale deve essere il comportamento dei religiosi che vivono la vita comune: perché non devono essere presi a modello tutti coloro che professano lo stesso genere di vita se non compiono i loro doveri. Anzi queste norme valgono soprattutto per loro dal momento che vivono sempre insieme. Raccomando dunque che, obbedienti verso i superiori e pazienti con tutti, usando un costante atteggiamento di umiltà mitezza verso ciascuno, tutti tendano ad un personale e straordinario desiderio della perfezione della Regola, anche nel caso che i superiori e i più ragguardevoli della comunità non si comportino così.
Per vivere in pace, gioverà osservare quanto segue:
- Non si preoccupino di godere il favore dei superiori; piuttosto obbediscano loro alla perfezione. E questo per non riversare su un povero uomo il cuore che hanno consacrato a Dio e per onorare Dio nei superiori.
- Non stringano amicizie che possano distrarre i loro pensieri e turbare gli animi.
- In convento non cerchino altro che la pace del cuore e la purezza dell’animo.
- Trattino allo stesso modo l’amico e il nemico: infatti trattare uno come nemico, anche se lo’ è veramente, è causa di discordia e di turbamento nella casa di Dio.
- Prediligano i più semplici e disprezzati ed abbiano verso di loro una santa invidia. Questi infatti per tal motivo guardano Dio con occhio sicuro e libero ed occupano nella vita religiosa lo stesso posto che ebbe Cristo in terra: ed in ciò son tanto più avvantaggiati quanto meno si preoccupano di quel che conta nel mondo.
- Nella vita religiosa l’assennatezza e l’autorità devono essere considerate allo stesso livello dell’incarico più umile, per cui un’età avanzata o una maggiore autorità non devono costituire un elemento determinante di valutazione. Credersi onorato per essere stato fatto superiore e credersi disprezzato perché si ha un ufficio umile, è un sentimento veramente indegno di un religioso.
- Perseguano liberamente la purezza della virtù con mansuetudine e nella quiete anche se tutti la ignorassero.
- Nelle avversità e nelle persecuzioni abbiano la fondata speranza che questa è il prezzo loro fissato per il cielo: è questa infatti un genere di croce molto dolorosa, sia perché è continua e familiare, sia perché viene cagionata, sotto l’apparenza dello zelo, da persone sante riunite come servi di Dio.
- Quando si vedono calunniosamente accusati di ciò che mai hanno concepito nell’animo e vedono che, con un’interpretazione viene distrutto il bene che hanno fatto;,, preghino per quelli che fanno così e rimangano fermi nel silenzio, nella pazienza e nella perseveranza disprezzando se stessi.
- Si sforzino di far del bene e di servire sempre tutti come se fossero loro padroni e superiori, senza sperare favori, lodi o ricompense; né omettano di far ciò anche quando vi fossero eventuali maldicenze.
- Se vedono che regna la rilassatezza, cerchino seriamente di riformare se stessi e pensino che son venuti nella vita religiosa esclusivamente per servire gli altri e li sopportino in modo che in tale compagnia essi vivano solo con Dio.
- Coloro ai quali non giovano questi insegnamenti devono essere stimati dei mondani e profani vestiti da religiosi.
Dall’opera « I patimenti di Gesù », di Tommaso di Gesù, O.S.A. (Trabajo XIV, 7).