Le interviste a padre Roberto Cecconi, relatore della mattinata del 20 agosto, e a don Antonio Del Casale, che ha animato il Tend Fest di ieri sera con suoi musicisti.:: P.ROBERTO CECCONI, vice-direttore dei postulanti passionisti PIET ::

T. Roberto, all’inizio della tua relazione parlavi della curiosità di Mosè di seguire il Signore. Come anche noi possiamo lasciarci vincere da questa curiosità in una società in cui siamo frastornati e quasi bombardati da mezze verità.

C. Credo che lasciarci vincere dalla curiosità significhi fermarsi e mettersi all’ascolto della Parola del Signore, aprire la pagina del Vangelo e capire cosa Dio ha da dire alla nostra storia. Mettersi anche all’ascolto delle persone che ci sono vicine. Anche loro spesso e volentieri sono testimoni di Dio. Ascoltare anche il nostro cuore attraverso il quale Dio parla.

 

T. Quale spazio deve occupare la Celebrazione Eucaristica nella nostra vita?

C. Io credo che debba avere un grande spazio e debba essere in qualche modo la roccia sulla quale costruire la nostra vita nell’ascolto del Signore e soprattutto nel dialogo con Dio che è presente nell’Eucaristia. Deve avere un grande spazio, deve essere il centro della nostra esistenza.

T. Infine, qualcosa di propositivo per noi giovani della Tendopoli: si è parlato del Tempio. Come noi possiamo essere Tempio di Dio.

C. Io credo in due modi: innanzitutto avere costanza nella preghiera: imparare a mettersi intorno alla parola del Signore, mettersi in ascolto. E poi inserirsi positivamente nella Chiesa, nelle modalità tipiche della Tendopoli per essere veramente fermento, irradiatori di pace, di speranza e di amore. Inserirsi positivamente nella realtà ecclesiale, così potrete essere costruttori del Tempio di Dio.

< Scarica la relazione di p.Cecconi >

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:: DON ANTONIO DEL CASALE, delegato pastorale giovanile Arcidiocesi di Pescara ::

T. Quanto la musica in generale e, quindi, la vostra musica canta racconta e interpreta la vita dei giovani?

DC. o penso che la vita dei giovani è sempre raccontata dalla musica. La colonna sonora dei giovani degli anni Settanta o degli anni Ottanta, degli anni Novanta è rimasta nella vita di quei giovani, che sono diventati adesso adulti. La musica è un fatto in cui i giovani si riconoscono, si aggregano. Ha una capacità, però, anche di educare e di formare i giovani, perché suonando in gruppo si deve comunque esercitare un rispetto degli altri, la capacità di stare al proprio posto, la capacità di esprimersi. Se, poi, si arriva a fare musica propria, fare musica nata dal proprio animo, che emozioni altre persone, diventa, poi, il massimo: tu trasmetti qualcosa di tuo che l’altro coglie e lo fa vibrare. E diventa partecipe come lo sei tu.

T. Qual è il ruolo della vostra musica come evangelizzatrice dei giovani?

DC. Quando dei professionisti della musica fanno questo percorso di cui parlavamo prima e arrivano, poi, a decidere che la loro musica esprimerà il centro della loro vita, la sua essenza che è Cristo, automaticamente quella musica diventa evangelizzazione. Non soltanto perché i testi sono del Vangelo e costituiscono una riflessione cristiana sul vissuto, ma anche perché diventano testimonianza di uno stile che la musica veicola. E la musica è quella dei nostri tempi, quella della tecno o del rap, del pop o del melodico, ma che poi diventa un modo per parlare di Cristo perché è l’essenza della vita. Allora, questi professionisti de La Tenda di Davide, musicisti da una vita, sanno tirar fuori tutto questo al servizio di Cristo.

T. Come nasce l’idea del gruppo chiamato La Tenda di Davide?

DC. Nasce proprio dal bisogno di esprimere in musica moderna, in musica dei nostri giorni e per i giovani dei contenuti e delle esperienze forti, fatte nella fede, in  situazioni particolari. Quindi, c’è un cammino di fede dietro e, poi, c’è un’esperienza che viene raccontata e veicolata attraverso la musica. Che poi dei professionisti scelgano di fare questo e magari rinuncino a cascet molto più alti, perché potrebbero fare tutt’altra musica ad altissimi livelli, è un fatto che riguarda parte della loro esperienza di fede. E’ la loro vita, è bello e noi li ringraziamo.

 

    Ufficio Stampa
    Tendopoli San Gabriele