Due giorni intensi e ricchi di emozioni abbiamo trascorso al convento dei Passionisti a Morrovalle il 10 e l’11 Ottobre…

Due giorni intensi e ricchi di emozioni abbiamo trascorso al convento dei Passionisti a Morrovalle il 10 e l’11 Ottobre. Sono stati giorni che ci hanno uniti in comunione fra noi e noi con Dio, quel Dio che ci chiede ogni giorno una semplice preghiera e un semplice aiuto al prossimo.

 

Padre Francesco ci ha accolti con una frase conosciuta a tutti ma non capita da tutti,una frase che ricorre molto nel nostro linguaggio colloquiale:”GLI ULTIMI SARANNO PRIMI E I PRIMI ULTIMI”.

Noi siamo gli ultimi e quindi siamo servi perché compiamo azioni consapevoli di non ricevere niente in cambio e queste sono le vere azioni. Noi viviamo nella precarietà, viviamo cioè servendo per la sola gioia di aiutare un fratello;precario nel gergo è colui che è “servo inutile” noi siamo precari perché serviamo con gioia, la ricompensa che noi abbiamo è la gratitudine di Dio e niente di meglio possiamo volere.

Una affermazione che mi ha fatto riflettere su come vivo la mia vita è”il precario ha tutto per regalare tutto, perché è tutto da parte di Dio”. Noi non abbiamo niente, tutto quello che ci è stato “prestato” è un mezzo da offrire agli altri; da qui ho capito che io sono tutto e niente:niente perché sono un semplice servo, tutto perché sono un mezzo che Dio “usa” per compiere le sue azioni.

Niente ci appartiene e per questo dobbiamo accettarci per come siamo perché se il Signore ci ha creati in questo modo è per Sua volontà e per realizzare il Suo progetto ha bisogno di noi in quel modo se non ci accettiamo non siamo precari, dobbiamo amare i nostri limiti quei bei limiti che Dio c ha donato.

Tutto ciò di materiale che ci rende felici è solo male perché ci priva della precarietà quel bene è momentaneo e soprattutto illusorio.

Dio bussa alla porta della nostra tenda posta dentro di noi e quindi vuole uscire perché Lui abita la tenda e per farlo uscire dobbiamo aprire la porta e quindi aprire il nostro cuore, forzare quella porta che le mode del momento cercano di chiudere. Ci serve l’ascolto e ascoltare Dio è una forma di preghiera secondo la quale dobbiamo vivere perché l’uomo deve aggrapparsi a qualcosa per vivere e se non si aggrappa alla preghiera cerca conforto in ciò che il mercato gli propone.

Capitano momenti in cui non riusciamo a capire Dio, non sentiamo che bussa alla nostra porta e quindi cadiamo, non possiamo sempre rialzarci da soli ma abbiamo bisogno di qualcuno e quel qualcuno è il gruppo che ci prende per mano e ci aiuta ad ascoltare.

Questo è ciò che ho imparato in questi due giorni dove abbiamo anche giocato grazie al nostro responsabile regionale Paolo che quando fa queste cose sprigiona tutta la fantasia possibile e riesce sempre a farci divertire:).

Abbiamo poi animato la Messa di Sabato sera e Domenica mattina a modo nostro con canti che riescono a coinvolgere tutti e la preghiera dei fedeli che è sempre emozionante.

E’ stato un rivivere per due giorni la Tendopoli che rimarrà sempre un’esperienza unica, ricca di emozioni che non si possono descrivere, esperienza che consiglio a tutti.

Devo ringraziare tantissimo Padre Francesco e tutti i Tendopolisti che riescono a rendere ogni parola e ogni momento una magia! Approfitto di questo numero per dare il benvenuto ad un nuovo gruppo: quello di Civitanova Marche BENVENUTI:)!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Grazie a tutti

Valentina