L’ipocrisia di credere di essere arrivati, di essere completi e autosufficienti  permea ogni attimo della vita reale. Il mondo dei finanzieri, dalla politica all’economia sembra dirci sempre e solo che ce l’abbiamo fatta. O che dobbiamo farcela o che ce la faremo dimentico, ma anche  del tutto ignaro, delle parole di S. Agostino “eri affidato a un mercenario che al sopraggiungere del lupo non ti proteggeva. Ora invece sei stato cercato dal vero pastore che, per il Suo amore, Ti ha caricato sulle Sue spalle, Ti ha riportato all'ovile che è la casa del Signore, la Chiesa: qui Cristo è tuo pastore e qui sono riunite a dimorare insieme le pecore”.

E pecore smarrite sono e sono state dalla Campania, riunite insieme nello stesso recinto in occasione dell’incontro regionale di metà novembre. Un piccolo gruppo, trenta volti conosciuti e nuove leve, faccia a faccia durante un cammino che li lega nonostante la distanza, accomunati da un passato d’incontri e  confronti e dalla speranza di un futuro comune e parallelo che porti frutto e volti nuovi, giovani ed entusiasti. Costruire una dimora sicura per nuove greggi è l’obiettivo di un gruppo in cammino, di una religiosità che è amore incondizionato per gli altri e la propria parrocchia, proiezione dell’amore di Dio. Che salde dunque siano le basi della Testimonianza, che forti siano i pilastri della Sentinella che veglia, che gioioso sia il richiamo per il pellegrino desideroso di raggiungere la sua meta, di trovare il senso della propria vita e d’ingranare la direzione giusta dell’esistenza!

Negare di essersi un po’ persi per strada sarebbe ingiusto, ingiusto anche non vedere la spinta che pur tiene alta la guardia nei periodi più bui. L’incontro sentinelle del sabato pomeriggio è servito proprio a rinvigorire la volontà di rimanere svegli e saldi nell’attesa che il volere di Dio si compia, che  i dormienti si sveglino e che non si chiudano mai le porte dell’amore di Dio. E la Sentinella si nutre di preghiera, perdono ed Eucarestia: attinge forza e pazienza dal Signore e per lui resiste alle intemperie.

E a fine giornata, mangia anche buona pizza nell’attesa dell’incontro di domenica: l’alzata, la colazione, le lodi al ritmo della grinta di Padre Francesco e dell’accoglienza  dei ragazzi di Cesinali, Tavernola, Montesano sulla Marcellana, Solofra, Villa S. Nicola e Picarelli hanno fornito la spinta per affrontare al meglio la relazione. “ Il Signore è il mio pastore” recita il salmo e questo pone il presupposto che ci fa uomini, persone, amate da Dio: “Tu sei Qualcuno che ti ama” è il grido che deve guidare ogni attimo della giornata  e dare la consapevolezza di esser parte di qualcosa di  grande e di importante. La conseguenza logica, infatti, è l’annullamento di ogni sconforto che la cultura odierna sembra propugnare nonché del pessimismo che immobilizza l’iniziativa e cristallizza l’entusiasmo, lasciandoci fermi ai margini. L’amore per il denaro, per i falsi dei, è fasullo e tiranno perché a senso unico: chi ama il denaro non è amato dal denaro. Dio, invece, ama per primo e la nostra risposta null’altro è che un rapporto di fiducia reciproco e infinito. Come la pecora si fida del pastore che la ama.

La Tendopoli si fa così mezzo per conoscere l’amore di Dio, per identificarsi come pellegrini in cammino, come gregge che risponde al richiamo della voce del proprio pastore. Un’identità che non si limita ad esistere una volta a settimana, ma che si trasforma in una scelta di vita sincera e testimoniale nella realtà di tutti i giorni, nella vita che si fa Eucarestia e Gioia da regalare agli altri. E che, per la sua bellezza, deve essere conosciuta.