Sono arrivati come un raggio di luce che squarcia le tenebre, ieri a Fontanelle, oltre cento giovani abruzzesi, per partecipare all’incontro regionale del gruppo Tend, il movimento ecclesiale della Tendopoli di San Gabriele, che ha regalato un po’ di colore ed allegria ad un quartiere, e ai suoi residenti, sfiniti dopo giorni di violenza e tensione: «In quest’occasione – ha spiegato Mario Capelluti, organizzatore dell’evento – vogliamo festeggiare i vent’anni di esistenza del nostro gruppo Tend parrocchiale di Fontanelle, nato nel 1991».

Il momento più significativo di questo meeting, dal programma denso di attività, è stata indubbiamente la “Marcia della Gioia” con i giovani che, partendo dalla chiesa delle “Mestre Pie Filippini”, hanno sfilato in corteo attraversando via Clitunno, via Tirino e via Fontanelle per poi arrivare nella parrocchia di San Pietro Martire. Una marcia scandita dal ritmo del canto e dei tamburi che ha fatto affacciare dalle finestre di casa, per una volta sorridenti, i fontanellesi, a cui i ragazzi della Tendopoli hanno rivolto più di un pensiero, raccolto dalla loro guida: «A queste persone – ha riflettuto Padre Francesco Cordeschi, fondatore ed assistente nazionale del gruppo Tend – vogliamo dire che quando una cultura va dicendo ai giovani che la verità non c’è e ognuno ha la sua, è quella del più forte a prevalere. L’urgenza è recuperare Gesù Cristo come verità del cuore, altrimenti qui ci sarà sempre uno scontro sociale».

Una volta in chiesa, i ragazzi si sono poi uniti ai fedeli di Fontanelle per condividere la Santa Messa, accolti dal parroco don Massimiliano De Luca, rientrato da un pellegrinaggio in Terra Santa che gli ha permesso di seguire solo a distanza gli attacchi subiti dall’ex presidente dell’associazione “Insieme per Fontanelle”, Nello Raspa. E il sacerdote, che del quartiere è il paladino della legalità, ha le idee ben precise sull’accaduto, stigmatizzando come “quattro delinquenti” gli autori delle violenze, individuando con decisione precise mancanze nell’operato delle istituzioni: «Il problema – ha accusato don Max a margine della celebrazione – è che noi stiamo pagando lo scotto di anni ed anni di abbandono e le responsabilità sono della magistratura, che mette agli arresti persone nelle proprie case in cui poi delinquono, e delle forze dell’ordine, che fino ad ora sono state assenti e solo adesso si stanno ripresentando perché sono accesi i riflettori delle telecamere, ma quando si spegneranno cosa accadrà?».

Insomma, il presbitero non si illude e con un paragone eloquente, già intravede il futuro prossimo: «Bisogna tenere le luci accese – continua il parroco di Fontanelle – altrimenti gli scarafaggi, i criminali, torneranno ad uscire». Poi, al termine della funzione, il pensiero è tutto rivolto a Nello Raspa, in piedi in fondo alla chiesa, esortandolo a ritirare le dimissioni: «L’associazione Codici – riflette perplesso don Massimiliano – non è adatta per gestire la situazione, in quanto estranea e non vive il territorio. Solo Nello Raspa può farcela, con l’associazione altrimenti impotente». Ma l’ex presidente di Insieme per Fontanelle, turbato dalle intimidazioni subite soprattutto pensando alla sua famiglia, è tutt’altro che convinto di rientrare:«Ci penso sempre – ha risposto Raspa – ma non so ancora che fare. Mi sento lasciato solo».