Anche quest’anno, come l’anno precedente, ci siamo ritrovati il sabato a San Gabriele per la giornata conclusiva della Virtual Tend.

Pur essendoci riuniti soltanto per un giorno, non è venuta meno l’atmosfera magica di questo “luogo del cuore”, come lo definisco io.

La musica ha sempre fatto parte della mia vita, ma un ruolo fondamentale, affinché prendessi consapevolezza di essere molto legata ad essa, lo ha avuto il nostro Coro Tend Cantus Firmus.

In quindici anni di Tendopoli non mi era mai capitato di dover “dirigere” il coro da sola (o meglio, senza dividermi i pezzi con Egidio e Lavinia), per di più davanti ad un Cardinale, ex tendopolista.

Qualche giorno prima infatti, prima di partire per San Gabriele, mentre ero impegnata in una produzione della Traviata di G. Verdi, è arrivata una telefonata che mi avvisava di questa nuova e inaspettata esperienza.

L’emozione, fin da subito, è stata grandissima, unita ad una sana agitazione. Posso assicurare che, pur essendo nel mondo della musica, mi sono posta molte domande sulla mia capacità di riuscire a portare a compimento ciò per cui ero stata chiamata, ma ho cercato di non tirarmi indietro, ricordandomi che solo affidandomi e chiedendo consiglio a chi questa esperienza la vive come me da anni, se non di più, saremmo riusciti a dare e a fare del nostro meglio. Ringrazio per questo chi ha avuto fiducia in me e chi non mi ha fatto sentire inadeguata per questo servizio.

Dirigere il coro della Tendopoli è un atto di messa a disposizione, di servizio, di passione, il che però non lo rende meno importante o meno arduo. Dirigere in un contesto del genere non significa soltanto dare il ritmo giusto, gli attacchi giusti, dopo che sono due anni che non si ha modo di provare, ma far sentire tutti a casa, cercare di creare quell’unione che fa venire i brividi ogni volta che si canta insieme, pensare più alle persone che ad una nota corretta, essere consapevoli di essere soltanto uno strumento nelle Sue mani. Il resto, la parte più importante, si crea tutti insieme.

Il sabato è arrivato velocemente e con esso la pace e la tranquillità di un luogo che è stato fondamentale per la mia crescita sotto tutti i punti di vista.

Quel sabato è stato un vero e proprio miracolo!

Vedere così tanti ragazzi uniti nel cantare è stato qualcosa di inaspettato. Spesso, mettersi dal lato del coro per molti era troppa emozione, vergogna quasi. «…ma noi non sappiamo cantare, cantate voi!» mi sono sentita rispondere, e invece questa volta è stato diverso (sono sicura che San Gabriele ci ha messo la sua mano).

Sabato ho cercato di dare il meglio di me, esattamente come quando svolgo il mio lavoro, la mia prima passione, sul palco, non sminuendo neanche per un secondo il servizio affidatomi, anzi cercando di mettermi a disposizione del compito stesso, come quando prima di interpretare un ruolo cerco di rimanere fedele allo spartito e all’intenzione del compositore e dei suoi librettisti.

Quel sabato mattina tutti insieme abbiamo animato la liturgia e tutti ci siamo sentiti chiamati a quel servizio. Da quel momento l’ansia di sbagliare ha lasciato il posto ad una gioia incontenibile.

Da sola sarei stata in grado di fare poco ma insieme siamo stati capaci di un capolavoro e questa, per me, è l’unica cosa che conta.

Grazie ragazzi!

Lorena