La testimonianza di Angela
Io non credevo assolutamente in Dio ero una di quelle che andava a scrivere sui muri delle chiese. Da piccola sono stata messa in un istituto, poi chiuso per violenze sui minori. Lì dentro tutto avevo conosciuto tranne che l’amore. Poi sono stata adottata da una famiglia e ho cominciato a frequentare la scuola, dove un giorno andavo e due mi sospendevano. Ero stata classificata come “un soggetto che disturba il regolare svolgimento delle lezioni”. Divento chef e a 18 anni me ne vado di casa. I soldi iniziano a diventare il mondo nella mia vita. Ma non avevo affetti. Usavo e gettavo via l’altro. Ciò che mi era stato insegnato facevo. In ogni relazione io il cuore non ce lo mettevo. Fin quando non ho incontrato un ragazzo, Luca, che aveva un difetto: era un cattolico convinto. Accetto di stare con lui perchè per la prima volta mi sentivo amata e rispettata come donna. Ma Luca muore quattro giorni prima del matrimonio, che lui aveva voluto. Inizia la mia guerra con Dio che porta alla morte della mia anima. Mi ritrovo così un giorno a partecipare ad una messa nera e per due anni mi ritrovo dentro una setta satanica. Lì ho perso tutto, soprattutto la dignità di donna, fino ad arrivare alla notte di Natale del 1996 quando nel corso di un rito mi viene detto: “Adesso puoi avere tu il potere, puoi essere tu sacerdotessa, ma ci devi dare un segno tangibile della tua appartenenza a noi. Devi andare a Roma dove c’è Chiara Amirante la fondatrice di “Nuovi Orizzonti” e ucciderla”.
Accetto e stabiliamo di farlo la notte tra il 5 e il 6 gennaio, l’Epifania, notte in cui Gesù si rivela ai più lontani. Mi consegnano un’arma e parto. Arrivo alle porte della comunità e suono il campanello. Chiara decide di alzarsi lei e di aprire quella porta. Non appena mi vede mi abbraccia dicendomi: “Finalmente sei a casa”. A quel punto dico a Chiara: “Per me non c’è più speranza, se mi trovano mi ammazzano, ma se tu mi dai quel dischetto bianco (non sapevo nemmeno come si chiamasse, ma nella setta satanica mi avevano parlato di quel pane che i cattolici prendono) mi salvo”.
Però c’è un problema, prima mi sarei dovuta confessare. Accetto, ma ne avevo combinate un pò tante. E purtroppo ero in corsa verso la scomunica immediata. Il sacerdote non mi assolve, ma prende carta e penna e mette per iscritto la mia vita che viene spedita alla Congregazione per la dottrina della fede. Dopo due giorni mi arriva una lettera di Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede con su scritto “Oggi la chiesa è in festa perché un figlio è tornato a casa”. Con questo permesso speciale la notte del 27 gennaio al Celio ho potuto ricevere Dio facendo le promesse di povertà, fedeltà e castità. Dal quel momento tutto è finito e tutto è cominciato. Sono entrata nella comunità “Nuovi Orizzonti” dove sono rimasta per 15 anni con Chiara. Nel 2010 d’accordo con lei, che mi aveva spedito in tutto il mondo in mezzo ai giovani, sono entrata in monastero a Santa Rita. Oggi collaboro alla Casa del pellegrino e mi occupo di evangelizzazione a Cascia. L’amore di Gesù ragazzi è infinito. Siamo noi che mettiamo dei limiti. Quando tornerete a casa ha concluso vi auguro che possiate dire “Abbiamo incontrato la gioia del risorto”.