In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
RIFLETTI
Gesù mi devi spiegare: Perché lodi un uomo, che ha rubato e rischia di essere licenziato? – “Te lo spiego: Ho lodato quell’uomo, perché si è fermato a riflettere. Si è posta la domanda: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione?” Poteva deprimersi, imprecare, piangersi addosso. Invece si disse: “So io che cosa farò!”. Lo apprezzo perché affronta il problema. Si pone con responsabilità davanti alla sua vita. Lo lodo perché, la scelta di fermarsi a pensare (disse tra sé: cosa farò?) gli fa comprendere la differenza tra le ricchezze e la ricchezza, tra i tesori e il tesoro, tra gli amori e l’Amore. Vedi figliolo “che devo fare”, è la domanda che cambia la vita. E’ la stessa domanda di Paolo sulla via di Damasco: “Che vuoi che io faccia?” E’ la stessa riflessione del figliol prodigo: “Che sto a fare a pascolare i porci”? Si alzò e andò da suo Padre”.
Grazie Gesù, aiutami, nel caotico traffico del quotidiano, a fermarmi, per pormi la domanda: Che devo fare? Per sceglierti ogni giorno quando splende il sole e quando scende la pioggia. Dammi la gioiosa libertà di donare per avere, la forza di perdere per vincere, il coraggio di non servire due padroni, ma scegliere Te l’unico che mi rende libero e ricco.
