"Signore, insegnaci a pregare"


Il Vangelo ci presenta Gesù che, uomo tra gli uomini, «prega» e insegna a pregare. Tale suo insegnamento è condensato nel «Padre nostro», che Luca trasmette in una forma leggermente diversa da quella di  Matteo.

«Quando pregate, dite: Padre…..».

Padre, perché dobbiamo  ricordarci che siamo sue creature e e soprattutto suoi figli. Perché il nostro Dio vuole essere per noi “familiare” e vuole che noi ci rivolgiamo a Lui con fiducia e tenerezza. Il Padre ha un progetto per noi, ma questo  progetto di Dio Padre non va avanti senza di noi, senza la nostra collaborazione quotidiana nella lotta contro la morte, contro il male presente nel mondo, contro il nostro egoismo e la nostra cattiveria.

Egli rispetta la nostra libertà.

La nostra preghiera deve essere sincera, umile e fiduciosa.

Quando la preghiera è così, possiamo essere sicuri che il Padre ci ascolta e si arrende a noi come un amico, come e più di un papà e di una mamma. Gesù ci spiega come una delle cose più importanti nella preghiera è la perseveranza, "se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene almeno per la sua insistenza", perchè vuole farci comprendere che la perseveranza fa rima con la fede e con la speranza, perchè nulla è impossibile a Dio, in un certo qual senso nella preghiera dovremmo essere sfacciati: chiedere cose grandi, e non cose miserevoli.

Così noi abbiamo la possibilità di crescere come figli suoi e come fratelli tra noi: perché in noi cresce la presenza del suo Spirito! Il resto lasciamolo fare  a lui, ai suoi disegni di misterioso amore, alla sua sapienza e bontà, che sa vedere e compiere cose diverse e migliori da quelle che noi desideriamo.

Abbandoniamoci a Lui con fiducia.

E’ chiaro che pregare così è una cosa seria, coinvolge la vita, non aliena affatto dall’impegno nel e per il mondo, anzi lo esige, lo spiega, gli dà forza e speranza anche di fronte alle delusioni e all’impotenza dei nostri sforzi umani.

Tutti, infatti,  più o meno cattivi, siamo e dobbiamo essere e comportarci come strumenti del Padre celeste per far giungere il suo «pane», la sua Parola, il suo perdono, i suoi doni a chi ne ha più bisogno: figli, anziani, gente abbandonata, sfiduciati, ammalati, amici e nemici…

Invocando Dio come Padre e la venuta del suo regno, noi chiediamo anche di essere resi sempre più strumenti di questo Dio e del suo Regno nel mondo, di essere suoi segni visibili presso tutti i fratelli.

Riccardo


Pillole di saggezza :

La preghiera è affidare se stessi ai disegni del Signore. (G. Lafont)

La preghiera è tenera amicizia, familiarità sorprendente. (J-M Viannej)