Fà questo e vivrai


Il Vangelo di Luca di questa domenica ci porta a riflettere sul bene supremo che è l’amore e su chi dobbiamo riversalo.

Il dottore della legge sembra voler tendere un tranello a Gesù , il quale non fa altro che ricordagli la Legge e il suo comandamento più importante. "Ama il Signore, tuo Dio,… ed il tuo prossimo come te stesso" .  Il dottore della Legge continua,vuol sapere: "chi è il mio prossimo"? Con una parabola, Gesù gli mostra, come essere prossimo degli altri. L'importante non è voler sapere, ma voler fare.   Il voler fare significa essere misericordiosi come il Padre.

Lo sventurato caduto nelle mani dei briganti, probabilmente è un giudeo che tornava da un pellegrinaggio al Tempio.

La prima persona che passa è un sacerdote, un uomo di religione, occupato con il culto, il Tempio, con la paura di rischiare l'impurità, caso mai toccasse un cadavere o del sangue. Per lui, Dio è rinchiuso nel Tempio. Là possiamo incontrarlo. Là si vive la religione.                                                                                                                                     Per questo, vedendo il moribondo, "passa oltre, dall'altra parte" , quindi non è sulla “sua strada” e non ha il dovere di intervenire.

La seconda persona è un levita. Anche lui è un uomo della classe dei sacerdoti, anche lui si occupa di  religione, con le stesse preoccupazioni del sacerdote. Anche lui continua il suo cammino perché la sua preoccupazione consiste nel sapere "chi è il mio prossimo", e non nel sapersi avvicinare per essere lui prossimo di chi ha bisogno.

La terza persona che passa è un samaritano. I giudei detestavano i samaritani  ed erano ricambiati (cfr. Gv 4,9b). Secondo il punto di vista dei giudei, il samaritano è un eretico; dal punto di vista della razza, un impuro; dal punto di vista sociale, un nemico.

Ma questo  samaritano non si aggrappa ad un codice di leggi. Agisce semplicemente a partire da ciò che sente e dalla sua esperienza di emarginato, il samaritano, avvicinandosi al ferito, "ne ebbe compassione".

Aver compassione è un sentimento eminentemente divino che si traduce nella piena solidarietà con i bisognosi. Il presunto eretico, l'impuro, il nemico è capace di una attitudine religiosa perfetta. Gli uomini di religione, no.

Tramite la sua misericordia, il suo “nemico” recupera la vita.

L'amore deve inventare il prossimo. La frase più importante è “ il samaritano gli si fece vicino”, cioè SI FA PROSSIMO, non si chiede chi gli è prossimo, ma è lui a farsi prossimo.

Il mio "benessere spirituale" è tale se coniugato col farmi coraggiosamente prossimo degli altri, degli ultimi, di farmi prossimo in casa, in comunità, sul lavoro, nella società, ovunque.

Aiutami Signore a capire di chi devo farmi prossimo, per essere finalmente tuo degno figlio.

Riccardo

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Pillole di saggezza :  Prega il cielo… ma datti da fare.  (ANONIMO)

Divento me stesso solo nella solidarietà con il mio prossimo . (K. JASPERS)