Straordinaria pagina apocalittica questa che ci viene presentata da Marco per ribadire quanto sia effimero tutto il nostro affannarci, il nostro preoccuparci eccessivamente per le cose di questo mondo, mentre l'unica cosa importante, ma importante veramente, al di là del tempo e dello spazio, é soltanto la sua PAROLA : " le mie parole non passeranno ".

Le parole : amore, pace, giustizia e misericordia, queste sono le sue parole, e queste parole debbono permeare il nostro stile di vita su questa terra affinché agganciate alla verità delle sue , siano per noi il passaporto per l'eternità.

Non dimentichiamo che egli tornerà con GRANDE POTENZA E GLORIA, la potenza della CROCE per la nostra redenzione e la gloria del suo AMORE per noi suoi figli e fratelli; egli infatti verrà come giudice, ma é lo stesso che, come unico sacerdote, offre una volta per sempre l' "UNICO SACRIFICO" capace di eliminare i nostri peccati.

Perché Gesù Cristo ben conosce le nostre miserie umane perché le ha sperimentate come uomo, e ci ha anche insegnato il perdono da donare e ricevere come via maestra verso il suo Regno. Perdono che egli ci ha già ottenuto al carissimo prezzo della sua passione e morte sulla croce.

Quanto poi a quel giorno o a quell' ora; teniamo sempre presente, che la fine del mondo, ha significato solo in una ottica personale, cioè la fine del mondo per me, quella che arriva nel momento in cui finisce la mia vita terrena, . Per cui la mia vita deve essere vissuta nel presente, in questo spazio temporale in piena attività, con il massimo impegno, con la massima responsabilità, ma tenendo presente che il nostro vero orizzonte supera i confini di questa vita, e si innalza nella nostra patria celeste, per cui abbiamo il compito di vivere bene in questa vita ma pensando alla vita futura che ci attende.

“Un aneddoto su San Giovanni Bosco racconta che un giorno, dopo una sua omelia, (su i gigli del campo e gli uccelli che del cielo, che non filano e non mietono ma hanno sempre di cui mangiare e vestire e in cui evidenziava la Provvidenza del Padre Celeste), incontrò un giovane che per prenderlo in giro gli diceva: caro padre, mi ha convinto, da domani non farò più niente, non lavorerò più e farò come gli uccelli del cielo, attenderò la Provvidenza. San Giovanni Bosco rispose: Caro ragazzo, fai bene, ma ricordati che oltre a quello che ho detto nella mia omelia, devi tenere presente, che gli uccelli del cielo, alla fine della storia, finiscono per 4 soldi sulla tavola di quelli che lavorano, di quelli che si impegnano".

C’è una grossa differenza tra occuparsi e preoccuparsi, tra l’ essere previdenti e l’essere affannati, ed è questo che Gesù ci consiglia: ci chiede di essere equilibrati e mettere sempre Dio al primo posto nella nostra vita.

Impegnamoci, si, in questo mondo, ma facciamolo con i piedi sulla terra e con la testa e soprattutto il cuore rivolti verso il cielo.

Riccardo

 


PILLOLE DI SAGGEZZA

 

La speranza di un mondo futuro non dimiuisce l’importanza delle opere terrene, ma ne sostiene la realizzazione mediante ragioni nuove (Vat. II).