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Comandò loro di non dirlo a nessuno

Quanto volte abbiamo letto, sentito questa raccomandazione  di Gesù, eppure sempre ci meravigliamo di questa richiesta:

Ma se andiamo a leggere “San Paolo” forse ci resterà più facile capire questa raccomandazione. Perché la predicazione del Vangelo non è fondata sui miracoli, né sulla ragione, ma sulla follia della croce. «Dio ha deciso di salvare quelli che credono, mediante un annunzio di salvezza, che sembra una pazzia. Gli ebrei infatti vorrebbero miracoli; i greci si fidano solo della ragione. Noi invece annunciamo Cristo crocifisso. Per gli ebrei questo messaggio è offensivo; per gli altri è assurdo. Ma per quelli che Dio ha chiamato, Cristo è potenza e sapienza di Dio» (cf. 1 Cor 1,21-24)

I miracoli non sono prove per «costringere» alla fede ma, messaggi che l’uomo credente percepisce e interpreta per la luce e la grazia dello Spirito. Solo nella fede si comprende il miracolo e  si accoglie come segno del Regno.

Il miracolo è frutto della fede, moòto raramente la fede è frutto del miracolo.

E’ chiara la spiegazione del miracolo se la si confronta con il brano del profeta Isaia, proposto come prima lettura, nella liturgia eucaristica di oggi. «Egli viene a salvarvi, allora si apriranno gli occhi ai ciechi e si schiuderanno gli orecchi ai sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto» (Is 35, 5-6).

Cristo è venuto ad annunciare che il Regno dei cieli ha superato ogni limite, che ogni legge è sorpassata dall’amore, che ogni autorità umana deve dipendere da quella di Dio, che nessun privilegio può arrogarsi la vita dello Spirito, insomma tutti i limiti e la morte stessa sono stati abbattuti. I miracoli di Gesù concretizzano quest’annuncio, testimoniano che un fuoco è stato acceso e che nulla più potrà spegnerlo. Le attese dell’umanità povera e ammalata sono finalmente prese in considerazione e trovano una risposta.

Questa risposta, però non va cercata nei miracoli, ma nella grazia dello Spirito che è un dono di Cristo risorto, e nell’umile e libera adesione della fede.

La guarigione del sordomuto vuole essere segno di una comunicazione interrotta e che ora può riprendere. L’uomo non era più in relazione con gli altri e quindi era in difficoltà per una relazione anche con Dio.

La prima condizione per essere guariti è riconoscere il nostro peccato. «Dio ci convinca di peccato» (Gv 16,8) e allora ci guarirà, perché ancora è disposto a compiere nuovi miracoli.

O Padre, che scegli i piccoli e i poveri per farli ricchi nella fede ed eredi del tuo regno, aiutaci a dire la tua Parola di coraggio a tutti gli smarriti di cuore perché possiamo cantare tutti insieme le  meraviglie del tuo amore.

Riccardo

 


Pillole di saggezza:

Nessuno è più difficile da convertire di un benpensante (H.Huvely)

La vita cristiana è una conversione continua. (T.Goffi)