Una sola è la cosa di cui c'è bisogno


Marta e Maria, il dualismo tra l'attività e la contemplazione, almeno così potrebbe sembrare.                                                              

Non si tratta di opporre Marta l'attività a Maria la contemplazione, perché Gesù, molto spesso ci ha ricordato che entrambe le dimensioni sono fondamentali nella via che porta al Regno, ci ha fatto capire come l'attività sia necessaria come nel caso del samaritano del Vangelo di Domenica scorsa, così come lo sia la dimensione contemplativa, vedi tutte le volte che abbiamo letto:” si ritirò sul monte per pregare”.

Gesù è molto sensibile alle attenzioni di Marta, ma le fa notare che non deve affannarsi senza limiti  in questi compiti, che la vita è e deve essere fatta anche di altre cose. E' sufficiente l'essenziale; per soddisfare la fame non è indispensabile una bella tavola piena,  il bello della tavola sta nello stare insieme. E in questo caso, stare insieme al Maestro, ascoltarlo, imparare.

A ben guardare potremmo dire che il Signore rivendica per Maria un posto più importante che quello di sguattera e di serva, anche se generalmente questo tipo di attività viene chiamato eufemisticamente: essere la padrona di casa.

L'amicizia, soprattutto quella con Gesù, implica uguaglianza, quindi Gesù vuole che la preoccupazione maggiore sia rivolta alla sua persona più che al suo stomaco.

Maria nel caso specifico, ha scelto  "la parte migliore": ascoltare la Parola del Signore, essere testimone di essa. Rivendicando per se stessa un compito e una responsabilità che a quel tempo (forse non solo a quello) i dottori della Legge ritenevano fosse compito e responsabilità  esclusiva degli uomini.

Mentre Gesù dà ragione a Maria rimproverando affettuosamente Marta, invitandola a rompere con questa concezione che collocava (colloca) la donna nella condizione di persona confinata ai lavori domestici, o comunque in posizione di responsabilità inferiore agli uomini.

Marta, come Maria, deve rivendicare e occupare pienamente il suo posto come discepola del Signore.

Di fronte al Signore ogni persona è importante, ogni creatura è degna di attenzione e cura. Basta notare come Gesù in tutte le occasioni, nei rapporti con le donne del suo tempo, rompe ogni tradizione (umana), per insegnare la parità di diritti e doveri, la reciprocità, la uguaglianza nella diversità tra donne e uomini.

In conclusione l’insegnamento che Gesù vuole darci in questo brano è che il discepolo deve imparare a conciliare l’esigenza dell’attività con quella della contemplazione, perché entrambi sono fondamentali per la vita.

Signore Gesù, insegnaci a scegliere i tempi opportuni per l'attività e quelli per la contemplazione, aiutaci a far sì che nel nostro prossimo, soprattutto quello che ci è più vicino, scopriamo il tuo volto.

Riccardo


PILLOLE DI SAGGEZZA:

Signore aiutaci ad "amare di meno" i più lontani e ad amare di più quelli che ci sono accanto tutti i giorni. (Anonimo)