Ma il miracolo di Checchino inizia dopo la sua morte. Fu sepolto nella fossa comune dei religiosi, all’interno della chiesa del Convento. La fama della sua santità si era intanto sparsa nei paesi circostanti e la sua tomba divenne presto meta di pellegrini e di devoti che vi ricevevano miracoli e guarigioni prodigiose.

Nel 1892 iniziava la glorificazione di S. Gabriele che veniva proclamato Santo nel 1920. Gli abruzzesi di cui è Patrono lo festeggiano il 27 febbraio.

 

Tutto parla di lui, le mura, gli oggetti, le preghiere delle migliaia di persone che lo vengono a trovare ogni giorno a cominciare dalla grande sala che espone gli ex-voto per grazia ricevuta. Segue poi la Camera del Transito, trasformata in cappella e adornata dalle immagini sacre che Checchino aveva più care e che volle contemplare in punto di morte.

Preghiera ed emozioni si fondono nel vedere il coro che fu luogo di preghiera di San Gabriele e si conclude nel museo che raccoglie i cimeli, documenti e reliquie insigni.

Il santuario di san Gabriele dell’Addolorata, ai piedi del Gran Sasso, in provincia di Teramo, è tra i più conosciuti e frequentati in Italia e in Europa. Una recente classifica lo colloca tra i primi quindici santuari più famosi del mondo. Due milioni di pellegrini vi arrivano ogni anno per pregare sulla tomba del giovane studente passionista san Gabriele dell’Addolorata. La fama di Checchino non conosce confini.

 

 

È commovente entrare nella vecchia basilica e vedere intorno al recinto che custodisce nel periodo invernale le reliquie di Checchino radunarsi pellegrini da tutto il mondo e di tutte le età… vedere i solchi nel marmo scolpito da preghiere in ginocchio… è il miracolo d’amore di Checchino. Restaurata nel 1590 in stile francescano, l’antica chiesa fu rinnovata nel 1908 per la beatificazione, e abbellita di cupola nel 1920 per la santificazione. La chiesa è abbellita da numerosi affreschi e da tele che indicano la dedicazione degli altari. Alcune lapidi ricordano i momenti più importanti della vita del Santuario.

Per accogliere oltre un milione e cinquecentomila pellegrini che ogni anno si recano a salutare Gabriele nel 1970 si manifesta un nuovo miracolo d’amore è la nuova basilica di ispirazione ecumenica, che richiama la forma di una grande nave, con la Stiva (Cripta del Santo), la Tolda (Aula basilicale) e 4 Vele pandirezionali, come simbolo della “Chiesa in cammino”.

Lunga m. 90 e larga m. 30, la grandiosa struttura in cemento bianco e acciaio può contenere 10-12.000 persone. È qui che Gabriele continua a parlare alle gente… ai giovani… ai Tendopolisti.