«Che tutti siano uno» (Gv.17,21). Per queste parole siamo nati, per l’unità, per contribuire a realizzarla nel mondo (C. Lubich)

“La Spiritualità dell’Unità” è stata la risposta che Chiara Lubich ha iniziato ad intravedere nel clima di distruzione della seconda guerra mondiale. La domanda sempre più frequente sul come realizzare l’Unità in quel mondo distrutto dalla violenza e dall’odio, diventa Preghiera, trovando la risposta nel Gesù Crocifisso che si abbandona al Padre, diventando anello di congiunzione tra Dio e noi creature. Il suo operato è stato animato dalla certezza che il Vangelo vissuto, portasse la più potente rivoluzione sociale ed è riuscita ad applicare questa politica dell’Amore in tutti gli ambiti diffondendola in numerose parti del mondo.

 

Ha applicato il discorso “etico” e “di comunione” in settori impensabili un paio di decenni fa: nell’economia e nella politica. Contemporaneamente al Concilio, 1961, inizia il discorso ecumenico di unità tra le diverse Chiese avviando rapporti personali con i rappresentanti del mondo Ortodosso, Anglicano e Luterano. Non manca il dialogo interreligioso, a partire dagli anni ’70, con Buddisti, Musulmani, Ebrei e Indù. Neppure il mondo laico riesce a “sfuggire” alla potenza della “politica dell’Amore”, con esso, infatti, ha sviluppato un dialogo sulla base dei grandi valori umani: solidarietà, fraternità, giustizia, pace, unità tra singoli, gruppi e popoli.

Chiara spesso ripeteva che tutta quest’opera “non è stata pensata solo da mente umana, ma viene dall’Alto. Sono in genere le circostanze che manifestano ciò che Dio vuole. Noi cerchiamo di seguire la Sua volontà giorno dopo giorno.”

Venerdì 14 marzo Chiara Lubich ha concluso il suo viaggio terreno, se ne è andata in un clima sereno e di preghiera nella sua casa vicino Roma, circondata da centinaia di persone.

Anche noi Tendopolisti ci raccogliamo in preghiera, insieme ai “suoi” focolarini, per porle il nostro saluto e dirle grazie per l’esempio di vita che ci ha donato.