In occasione del 25° della Tendopoli, la Conferenza Episcopale dell’Abruzzo e del Molise ha voluto partecipare alla gioia dell’evento tramite una lettera diretta a tutti i Tendopolisti.

MESSAGGIO DEI VESCOVI ABRUZZESI – MOLISANI PER LA 25° TENDOPOLI DI SAN GABRIELE

Carissimi,

da quando il giovane Gabriele è stato proclamato santo milioni di persone hanno trovato in lui un modello per vivere in modo autentico l’esperienza cristiana non solo in Abruzzo ma nell’intera Chiesa cattolica, che lo ha additato ufficialmente alla nostra devozione e alla nostra imitazione.

Per le nostre regioni il santuario di san Gabriele è stato ed è sicuramente uno dei luoghi più significativi dove si sperimenta la misericordia di Dio e il miracolo della Sua presenza tra noi. Ne siamo grati al Signore e nello stesso tempo siamo orgogliosi di conservare la memoria di un giovane santo e di un santo giovane. Voi della tendopoli ne siete testimonianza viva e simpatica.

Da 25 anni in questo santuario migliaia di giovani si radunano per vivere l’esperienza della Tendopoli. A questi giovani e a tutti voi, giovani dell’Abruzzo e del Molise, in occasione della festa di san Gabriele che dà inizio alle celebrazioni del 25° della Tendopoli, a nome mio personale e dei Vescovi abruzzesi-molisani, desidero rivolgere un cordiale saluto e riproporre la figura di san Gabriele, patrono delle nostre regioni e compatrono dell’Azione cattolica italiana. Sappiate, carissimi, che noi vescovi vi siamo molto vicini con l’affetto e con la preghiera.

Come San Gabriele voi giovani siete in cammino verso la vita, siete pellegrini di speranza e di gioia. In un contesto sociale che rischia di invecchiare inesorabilmente voi siete portatori di novità. Dal vostro cuore non può essere escluso l’ideale della santità perché voi siete capaci di fare cose grandi per amore di Dio e del prossimo. Questo invito ve lo rivolge insistentemente il Papa, che vi conosce bene e ha molta fiducia in voi. Anche noi, vostri vescovi, con gli stessi sentimenti vi esprimiamo tutta la nostra attenzione, tutta la nostra benevolenza, nella certezza che questa terra abruzzese-molisana manifesterà ancora la sua spirituale fecondità.

San Gabriele lasciò la sua bella e tranquilla Spoleto per incamminarsi verso la salita del nostro affascinante Gran Sasso. La stupenda avventura della santità è un diritto e un compito vostro, carissimi ragazzi e ragazze: è un messaggio che voi giovani potete lanciare al mondo intero. La santità, come la vostra vita, è un continuo divenire in una costante ricerca della verità, dell’amore e della libertà vera. Il santo dei giovani vi invita a non sostare per le vie comode della civiltà dei consumi, sulle scale mobili dei centri commerciali o nelle comode poltrone dei cinema. Non sono queste le scelte che si attendono da voi.

Al contrario, san Gabriele vi invita a guardare in alto, a prendere il largo. Vi esorta a non ammirare gli idoli del momento che sono come “spaventapasseri in un campo di zucche” ( Geremia 10,5 ),che “hanno occhi e non vedono, hanno orecchie e non odono”( Salmo 114,5 ), ma a fissare con dolcezza e con fermezza il vostro sguardo su Gesù che dalla Croce, pur non avendo “ né bellezza né apparenza” ( Isaia 53, 2 ), vi dona la certezza dell’amore, quello vero. San Gabriele vi esorta a vivere l’amore come offerta, come dono di sé, superando la solitudine e la tristezza dell’ egoismo. San Gabriele ripeteva spesso: “La mia vita è una festa continua”; oggi egli vi invita a fare della vostra vita una festa, la festa degli amici di Dio, che non consiste nel fare “quello che mi gusta” ma nel “fare con gusto quello che sento vero nel cuore”.

Carissimi giovani, siate sentinelle: le sentinelle di Dio che annunciano un nuovo giorno, che portano messaggi di pace, che vivono nell’attesa dello sposo. Certo, voi giovani siete gli ultimi ad arrivare nelle stanze di questo mondo e vi accorgete che spesso l’aria è inquinata, irrespirabile. Dichiarate il pericolo, urlate il vostro disagio, mettete sul “Chi va là!” coloro che si stanno abituando a vari generi di inquinamento spirituale. Evitate che vi mettano la maschera per non vedere e non sentire, per rendere innocua e insignificante la vostra presenza. Siate sentinelle! Sentinelle vigilanti e attente. Dipende anche da voi il futuro di questa nostra società.

Sull’esempio del Santo del Gran Sasso oggi il mondo ha bisogno di giovani che sanno vegliare e pregare. Ritirandosi in convento Gabriele non si è alienato dalla società: la sua non è stata una fuga dal mondo, ma ha scelto di starci nella piena consapevolezza dei suoi diritti e dei suoi doveri, nella vigilanza e nella preghiera. Qualcosa di simile potete fare anche voi, qui e ora.

La vigilanza, giovani carissimi, è l’atteggiamento di chi è cosciente della sua grandezza e della sua miseria, come diceva Pascal; è l’atteggiamento di chi il significato della sua esistenza lo ripone in un Altro, in Qualcuno che è venuto, che viene e che verrà; è un giudizio sulla storia che si vive. Chi vigila lo fa perché sa che il nuovo deve ancora accadere. Siate vigilanti e non addormentati, vigilanti e non alienati. Ecco, il Signore Gesù sta alla porta e bussa: felice che ne avverte la presenta e gli apre ( se volete, potete riflettere in gruppo sia sulla parabola delle dieci ragazze invitate a nozze Matteo 25, 1-13 sia sulla pagina di Apocalisse 3, 14-22 ).

Il contenuto della vigilanza è la preghiera. E’ necessario, in questo mondo che corre troppo in fretta, che abbiate il coraggio e la volontà di fermarvi, di guardare in alto, di donare un po’ del vostro tempo al Signore. San Gabriele vi invita anche alla preghiera, quella vera che vi mette in rapporto intimo e profondo con Gesù, quella che vi mette in piena sintonia con il cuore di Gesù. Quando pensava a Dio e alla Madonna, specialmente quando rifletteva sull’amor di Dio che si è manifestato sulla Croce, egli diceva di essere come in Paradiso, perché si sentiva amato. Solo se ci si sente amati, giovani carissimi, si ama in pienezza e si diventa capaci di diffondere l’amore. E di amore, solo di amore, ha bisogno l’uomo di oggi. Siate giovani sentinelle di amore, alimentato dalla preghiera, in una costante vigilanza.

Noi sappiamo per esperienza quanto voi giovani amate pregare insieme, sotto la guida dei vostri preti a voi carissimi e nostri preziosi collaboratori. Continuate ad alimentarvi alla mensa della parola di Dio e dell’Eucaristia ( tornate a leggere il n. 21 della costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II Dei Verbum sulla divina rivelazione ) che la Chiesa vi offre giorno dopo giorno e non vi stancate mai di soddisfare la vostra fame e sete di Lui. Secondo la parola del profeta Egli è sempre pronto a soddisfare questa vostra attesa ( vedi Amos 8, 11-14 ). Come lo fu per san Gabriele l’Eucaristia sia il vostro pane prelibato, il vostro cibo preferito, il segreto delle vostre vittorie sul peccato, il vostro sostegno nell’arduo cammino della vita. Nell’Eucaristia voi potrete costatare quanto è buono e benevolo il Signore, quanto è bello che i fratelli vivano insieme, quanto è gioioso impegnarsi gratuitamente per l’avvento del regno di Dio.

Un’ultima esortazione vogliamo affidarvi: siate testimoni, testimoni credibili di ciò in cui credete, di ciò in cui sperate, di ciò che amate. Ogni giorno vi vengono proposti idoli che presumono di essere testimoni di verità e portatori di certezze. Essere testimoni significa essere sale e luce, sale della terra e luce del mondo ( Matteo 5, 13-16 ), lievito che porta fermento e vivacità nelle realtà nelle quali vivete. Gesù ha bisogno di voi. Non dite di non essere capaci o di non avere l’età; aprite invece la vostra vita a Dio, come ha fatto san Gabriele e tutto il resto vi sarà dato in più. La vostra fiducia in Gesù sia pari a quella che Lui ha verso di voi.

San Gabriele è stato ed é un grande testimone. Nella sua vita nulla faceva pensare che sarebbe diventato un testimone così evidente da richiamare tante persone. Ma nulla è impossibile a Dio. Lui sceglie gli umili per confondere i superbi, i deboli per confondere i forti ( ricordate le belle e profonde riflessioni di san Paolo in l Corinzi 1, 26-31 ? ). Non occorre apparire per essere testimoni, è necessario solo essere disponibili alla sua grazia, che si rende tangibile ed efficace soprattutto nella vita dei “piccoli” nel significato evangelico del termine ( vedi e leggi Matteo 11, 25-30 ). Se decidete di corrispondere alla grazia di Dio troverete tanta gioia per voi e per i vostri amici: insieme potrete camminare sicuri e sereni verso il futuro.

Cari giovani, se “volete vedere” e far vedere Gesù dopo che è stato Lui a vedervi, come ci dice il Vangelo di Giovanni 1, 37-51, è necessario che “ il chicco di grano muoia e poi porta frutto” ( Giovanni 12, 24-26 ). Siate testimoni della verità più profonda che il Signore ci ha donato e che San Gabriele ha confermato con la vita: ”Chi vuol salvare la sua vita la perde… ma chi perde la vita per me la trova..” Con la vostra vita testimoniate l’amore e con l’amore salverete la vita.

Oggi il Signore Gesù vi rivolge la sua parola per dirvi: Non temete sono io, il vostro miglior amico. Per poter incrociare il cammino di altri giovani e per proporre loro la via del Vangelo, io ho bisogno di voi. Aiutatemi: voi oggi siete i miei occhi per vedere, i miei piedi per camminare, la mia bocca per parlare, il mio cuore per amare. Vorrei tanto che anche voi, come il mio apostolo Paolo, diceste: “ Io non mi vergogno del Vangelo: esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” ( Romani 1,16 ). Noi vescovi conosciamo il coraggio di cui siete capaci quando il vostro cuore è pieno di Dio.

Un segno meraviglioso della Tendopoli sono i tanti giovani, ragazzi e ragazze, che hanno scelto di seguire il Signore nella vita religiosa e sacerdotale oppure nell’impegno laicale in diocesi e nelle parrocchie. Il nostro più vivo desiderio di vescovi è che ciascuno di voi riesca a dare un orientamento forte e sicuro alla sua vita: ciascuno si senta chiamato dal Signore a servirlo nei diversi ambiti della vita, sia familiare sia sacerdotale. “Venite con me – vi ripete Gesù –, venite e vedrete! Venite con me e riposatevi un poco. Venite, vi farò diventare pescatori di uomini”.

Se avete un moto di paura dinanzi a scelte di vita radicali Gesù oggi attraverso l’esempio di san Gabriele vi ripete: “Non temete sono io!” E voi abbiate il coraggio come San Pietro di gridare a Lui: “Signore, se sei tu fa che io venga da te”. Non abbiate paura di mettere i piedi fuori della barca, sulle insicure acque della realtà che stiamo attraversando. E’ lui che vi chiama e anche se “il vento è forte e il mare è agitato” egli vi condurrà all’altra riva verso la quale siete diretti.

Carissimi, la festa che vi accingete a celebrare è anche nostra. Siamo tutti con voi per cantare e riflettere, per dialogare e pregare, per partecipare e condividere. Con il nostro cordiale saluto accogliete anche la benedizione del Signore.

+ Carlo Ghidelli

arcivescovo di Lanciano-Ortona

presidente della C.E.A.M.

Chieti, 25 gennaio 2005, la conversione di san Paolo