Le parole dei Tendopolisti…

Angelica – GT Roma 

D. Quante tendopoli hai fatto con questa?
R. Questa è l’ottava

D. Che cos’è che ti spinge ogni anno a venire a fare la tendopoli?
R. Sicuramente quello che mi spinge adesso, dopo otto anni, è diverso da quello che mi spingeva all’inizio… quello che sento adesso forte nel cuore è un senso d’appartenenza ad un cammino in cui credo fermamente; ho ricevuto tanto in passato da questa esperienza e quindi sento anche di dover restituire qualcosa anche agli altri, e quindi è anche importante il lato del servizio verso gli altri.

D. A cosa ti serve adesso la tendopoli?
R. Diciamo che mi serve anche per trovare dei momenti per riflettere, per fare silenzio nella mia vita, e cercare anche ristoro nell’anima, che difficilmente troviamo nella vita di tutti i giorni

D. Che differenze noti rispetto alle prime tendopoli che hai fatto? se ci sono? sia a livello generale di tendopoli, che dell’esperienza personale
R. Allora, sicuramente a livello di esperienza ho notato sicuramente una crescita nel modo di stare insieme… da una parte sono diminuiti forse i numelari, ma la qualità dello stare insieme è sicuramente migliore, anche grazie ai temi che stiamo trattando adesso, questo cammino sui comandamenti è sicuramente una cosa bella che permette di fare un cammino che dura da un anno all’altro, che continua nel tempo…

D. Per concludere, perchè un giovane, un adolescente, dovrebbe venire in tendopoli, invece di andare, ad esempio, al mare con gli amici per cinque giorni?
R. Perchè la società  ci insegna sempre di più a creare confusione dentro di noi, a far casino e a non rimanere da soli con noi stessi; invece secondo me i ragazzi, soprattutto negli anni dell’adolescenza, hanno bisogno di trovare la loro identità, e quindi di stare soli con sè stessi e di riuscire a capire chi sono… ovviamente con un cammino, però è importante che riescano a capire chi sono, senza uniformarsi a tutti gli altri, a tutto il gruppo, e ad avere così, da questa esperienza, gli strumenti per poter poi dire che si è diversi da quello che la società vorrebbe