Intervista al relatore di Mercoledì, il prof. Mario Pollo.

Professor  pollo cosa comporta la trasformazione della  temporalità con la conseguente perdita del passato e del futuro con la sola dimensione del presente?

Ha comportato essenzialmente una supervalutazione del “qui e ora”  e quindi la perdita di una dimensione progettuale dell’esistenza, la vita non è più vista come un progetto in mano delle persone ma semplicemente come il succedersi di vari accadimenti non strutturati, intrecciati in una storia.

Un altra conseguenza è il passaggio da una concezione unitaria della personalità,  a una concezione poliedrica, per cui una persona non è più una persona unica è una e molti per usare un termine pirandelliano, la persona è fatta di tante identità che vivono una accanto all’altra e che possono addirittura essere conflittuali tra di loro e questo fa si che la persona non riesca più a sentire come unitaria la propria vita la propria esistenza. 

Lei parlava di una vita basata sul sogno. Come noi giovani tendopolisti possiamo recuperare una dimensione progettuale della vita?

La prima cosa è quella che rende la progettualità: importante è scoprire la propria incompletezza, scoprire che noi siamo ricchi di potenzialità ma che queste potenzialità non possono diventare complete, diventare atto senza un progetto. Allora c’è un itinerario tutto da fare per scoprire la potenzialità di cui si è portatori e quindi quale è il disegno che la Dio ha affidato alla nostra vita, che ognuno di noi è venuto al mondo con una unicità, e che è portatore attraverso la sua unicità di un dono alla vita che darà lui o non darà nessuno. Può essere un dono piccolo o un dono grande ma è un dono unico. Quindi se uno non realizza la sua unicità non realizza la sua vita, ricercare quindi attraverso la nostra unicità il disegno di Dio.

Il proprio progetto personale per diventare progetto di Dio deve incontrare anche gli altri progetti personali e quindi la consapevolezza che solo insieme agli altri si può realizzare il proprio progetto, che nessuno di noi può costruire la propria individualità senza gli altri.

A questo punto aprirsi all’altro progetto che racchiude tutti i progetti e che io chiamo meta progetto ma per fare questo è necessario aprirsi all’Altro al trascendente.

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