Il papa alla Sapienza, vista da dentro…

Ha smesso di piovere, ma prima ne è caduta tanta, come tante ne sono cadute di parole in questi ultimi giorni, sotto questa Minerva.

 

Ho voluto fermarmi qua sotto, adesso, alle 20:40, di ritorno da una veglia di preghiera nella cappella universitaria. Una veglia che doveva essere in preparazione della visita del Papa, e che ugualmente si è svolta, in un clima di profondo raccoglimento, che lasciava però trasparire dai volti una forte nota di amarezza. Eravamo stati invitati ad unirci per pregare affinché Benedetto riuscisse, come lui solo sa fare, a trovare quelle parole che scaldano e confortano il cuore del credente, e turbano quello del non credente.

Sono voluto tornare sotto questa statua, per poter, come dire, guardarla in faccia, a tu per tu, adesso che studenti e professori sono a casa, e la pioggia ha lavato via i manifesti, che restano, a brandelli, come segni di un’assurda guerra. A vederla da qua, questa statua, c’è qualcosa di ironico.. L’avvertimento di un contrario.. Un’espressione beffarda.. Perché quelle braccia alzate, mi chiedo, cosa rappresentano stasera? Quale vittoria stanno a celebrare?

Questa vicenda mi ha coinvolto e sconvolto nel profondo, perché vivo già ogni giorno per queste vie la sfida di una fede continua, coerente e credibile, e perché poi, inutile nasconderlo, il fatto che sia tutto partito da qualche decina di professori della mia facoltà, e chissà magari un giorno futuri colleghi, mi mette a disagio e mi spaventa…

E non importa se visto da dentro è tutto così diverso da quello che vi raccontano in tv, poco importa se il furgoncino di sky è già partito, destinazione qualche notizia più fresca immagino.., poco importa se quegli striscioni che vi hanno fatto vedere erano proprio solo quelli, 4 o 5..Poco importa se dentro la cappella, poco fa, eravamo probabilmente più di quelli che oggi hanno occupato il rettorato rivendicando il “diritto a manifestare”, e poco importa se proprio questi sono i soliti, quelli che ogni settimana hanno qualcosa per cui appendere striscioni anche molto più purulenti di questi, qualcosa per cui manifestare rumorosamente…

 Adesso sono due i sentimenti che ho in me, e sono sicuro come in tante altre persone qui intorno. Innanzitutto l’angoscia, angoscia per il vuoto che c’è dietro tutte queste contestazioni, in quelle vite. Un angoscia che senti penetrante e improvvisa quando ti rendi conto che proprio non cambieresti la loro “libertà” con la tua, di Libertà.

E poi provo una gran rabbia, rabbia x il mare di ignoranza e pregiudizi che è alla base di eventi come questo. Perché sentire così, per strada, fra un discorso e l’altro, ragazzi della tua età che liquidano la questione con un “ma non è tanto il ruolo del papa, è questo papa, che è chiaramente contro la scienza“, beh, mette rabbia. Perché allora ti viene il sospetto che c’è qualcosa che non va, nel modo di vivere di noi credenti, se intorno a noi c’è tanta gente che si arrende all’ovvio e al sentito dire, ancor prima che al comodo.

La tentazione di prendere questa forzata rinuncia del Papa come una chiamata alle armi, a fare fronte comune, per far vedere al mondo che non c’è solo il “collettivo studentesco”, è forte. Ma va controllata, dobbiamo prendere questa giornata come un dono del signore, e un estremo insegnamento di Benedetto.. e trovare nuovi modi, silenziosi e rispettosi, di essere presenza concreta e rumorosa, si, anche senza “musica” a tutto volume, senza striscioni colorati pieni di banalità,  senza cortei pieni di volgarità..

 È l’ora di compiere una decisa scelta politica.. una politica però fatta non di tessere e partiti, ma di coerenza, onesta, impegno e passione. Una politica che non ti spinge a folli sacrifici, ma che ti guida in un percorso di scelte coerenti e coraggiose, fra le mille sfide, dubbi, domande che incontriamo ogni giorno. Io questo cammino, ho deciso di cominciarlo stamattina, all’udienza, e cosi dietro quella foto lassù, se strabuzzate bene gli occhi, potreste pure riuscire a vedermi. Vi auguro di riuscire ad avere la gioia di intraprendere questo cammino senza il bisogno di questo genere di eventi..

Allora minerva, che vittoria hai da festeggiare stasera?

 Anche se da certi uomini sorprese io non mi aspetterò
ma qualcuno dovrà crederci e sfidare la realtà
scegliere come vivere imparare come si fa…

E non è necessario perdersi in astruse strategie
tu lo sai può ancora vincere chi ha il coraggio delle idee…

(Francesco Collamati – 2° anno facoltà di fisica alla Sapienza)