AVVENTO – NATALE 2013
MESSAGGIO DEL SUPERIORE GENERALE
Cari Fratelli, Sorelle e Amici della Famiglia Passionista,
Mentre vi scrivo questo messaggio, le popolazioni delle Filippine son ancora stordite dallo shock e dalla incredulità che è seguita all’inimmaginabile devastazione lasciata nella sua scia dal Tifone Haiyan solo pochissimi giorni fa. In alcune parti del mondo, le guerre continuano a imperversare; in altre parti, i cuori rimangono testardamente ostili al porre un termine ai conflitti decennali. Eancora in altre parti del nostro villaggio globale, le persone stanno protestando, talvolta anche in
modo violento, chiedendo una società più giusta e corretta, specialmente nei confronti di coloro che sono in cerca di asilo, delle vittime di abusi, di chi è discriminato in ragione della sua razza, del genere, del colore della pelle o del credo; di chi si impegna nella protezione del ambiente e del nostro pianeta per il futuro. M’interrogo e accetto la sfida, chiedendomi: “Come Passionisti, qual è la nostra risposta a questa realtà?”.
Ben presto inizieremo nella Chiesa un nuovo Anno liturgico,
con il tempo dell’Avvento: una opportunità e una chiamata di
Dio a prepararci, personalmente e comunitariamente, alla sua
venuta. È un tempo di rinnovamento. Questa “Venuta” o “Avvento”
avviene effettivamente per noi sia nella memoria liturgica
dell’Incarnazione (Dio che prende la condizione umana
nella nascita di Gesù Cristo), la quale è celebrata a Natale, sia
nella realtà del Cristo/Dio che “viene” dentro gli avvenimenti
quotidiani della nostra vita e della vita del nostro mondo. Naturalmente, noi crediamo anche al mistero della nostra fede
secondo cui “Cristo tornerà ancora!”. Pertanto: “Che cosa significa questo Avvento per noi Passionisti, nel contesto di quanto sta accadendo nelle nostre vite e nel mondo di oggi? Come prepariamo una strada al Signore che deve venire, che sta già venendo quotidianamente, e che ancora verrà di nuovo?”.
Condivido con voi la seguente riflessione, presa dal Glenstal Bible Missal, nel quale ho trovato nutrimento per la mia riflessione: “La Chiesa, in questo Avvento, ci pone di fronte alle grandi visioni e profezie di Isaia. Nel fare ciò, il proposito non è quello di indurci a rilassarci o ad addormentarci, ma, al contrario, a provocarci alla vigilanza, con un impegno spirituale, per una vita fraterna onesta e giusta. Il presentimento ridestatosi in noi riguardante il futuro, ci riporta indietro al nostro presente e ci provoca a ponderare ben ciò che è in gioco. Si tratta in realtà di riconoscere Cristo, qui ed ora, vivente nello Spirito. È  prendersi cura solo di lui, in modo da esser capaci di accoglierlo, pieni di fiducia, quando alla fine rivelerà se stesso ”.
Il nostro Avvento, vissuto preparandoci a celebrare in modo significativo la festa della Incarnazione a Natale, semplicemente ci sfida ad aprire le porte della nostra vita all’accoglienza e alla
ospitalità del Principe della Pace. Anche noi potremo unirci al canto degli angeli: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”, se però renderemo profonda la
nostra testimonianza nel lavorare per la pace, attraverso la riconciliazione e il dialogo, dentro le nostre comunità, famiglie e dentro la nostra società. Vi auguro ogni grazia e benedizione, mentre entrate in questo tempo di rinnovamento, con le
parole della invocazione: “Vieni, Signore Gesù” e prego che le vostre vite siano riempite dalla pace di Cristo nel nuovo anno che verrà. P. Joachim Rego, C.P Superiore Generale
Madonna e bambino, Gerardo Dottori, 1924 – Italia