Carissimo Tendopolista,

questa mattina dopo la condivisione fraterna, della Parola di domenica prossima, con la mia comunità “serrata” , in obbedienza alle norme, ho sentito forte il desiderio di condividerla con te. Mi auguro, e per questo prego il Signore, che questo momento difficile che viviamo, tu e tutte le persone a te care, lo possiate passare con serenità e speranza.

Il Vangelo (Gv.4) parla dell’incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo di Giacobbe, mentre la prima lettura (Es.17,3-7) racconta la mormorazione del popolo contro Dio che lo aveva condotto nel deserto dove “soffriva la sete per mancanza di acqua”.

Riflettevo che spesso passiamo la vita a “mormorare” perché ci manca qualcosa, per le persone che non sono come noi vorremmo, per lo stato e la chiesa non fanno quello che noi gradiremmo, per i problemi personali e sociali che non si riesce a risolvere, e, come i nostri antenati, non solo rimpiangiamo la schiavitù, ma, ce le creiamo: siano esse droghe , alcol, sesso, potere, e ci illudiamo di stare bene. Lo ricordate? Era il tema di una Tendopoli: Gli schiavi felici sono il vero pericolo dell’umanità”. Poi arriva il corona virus e tutto acquista un’altra dimensione. Siamo presi dalla paura, dal’angoscia. Che fare?

Nel Vangelo Gesù chiede alla donna Samaritana: “Dammi da bere”. La stessa domanda la rivolge a ciascuno di noi, vuole entrare in comunione con noi, vuole sostenerci nel cammino. Ma, come quella donna, prendiamo anche noi le scuse:  «Come mai tu che sei giudeo chiedi da bere a me che sono una donna samaritana?». “ Non mi disturbare, ho le mie cose da fare, tu sei un fantasma, sei figlio di Giuseppe e di Maria, sei un’invenzione, sei morto”,

Ma Gesù non molla e si autocertifica:  «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere” tu gli avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva».,. e noi presuntuosi rispondiamo come quella donna: “il pozzo è profondo, non hai il secchio”; i problemi sono tanti, non abbiamo i mezzi, siamo occupati, ho tanto da fare, non posso sentirti. E continuiamo a galleggiare sulla nostra tronfia autoreferenzialità.

Per far crollare quella donna, Gesù le dice la verità: Va’ , chiama tuo marito e ritorna qui». «Non ho marito», gli rispose la donna. Gesù le dice: “Perché hai avuto cinque mariti e ora quello che hai non è tuo marito. Quanto a questo, hai detto il vero». «Signore, – dice la donna – vedo che tu sei un profeta”. La verità di quello che era, fa franare la donna.

Caro amico Tendopolista, che fare allora? Solo uno sguardo attento e sereno sulla verità che abita il nostro cuore, ci farà superare la paura del Virus. Occorre fare verità nella propria vita, occorre essere seri con se stessi. Il primo virus micidiale è quello che abbiamo dentro che impedisce, alla verità che ci abita, di dilatarsi dentro di noi e di diventare sorgente di acqua viva per noi e per il mondo.

Un altro atteggiamento da assumere, è guardare questa situazione come una grazia. Sì come un dono. Come una terapia di amore. “Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi.  Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.  Il tuo vestito non ti si è logorato addosso e il tuo piede non si è gonfiato durante questi quarant’anni.   Riconosci dunque in cuor tuo che, come un padre corregge il figlio, così il Signore tuo Dio corregge te”. ( Dt.8, 2-5)

Carissimo, prima di lasciarti voglio dirti che ogni mattina alle Lodi e la sera alla Santa Messa sei davanti a me, sono unito a te, soffro e gioisco con te. Personalmente sto vivendo questo periodo in modo molto sereno e laborioso in questo meraviglioso “hortus conclusus” che è il giardino di Moricone.

Tre parole mi fanno compagnia e occupano la mia riflessione: RIPOSARE per ritrovare la roccia, la motivazione base della mia scelta di vita e vivere la letizia di stare con Gesù. RITIRARE per accordare la mia vita a quella dei confratelli, ai giovani della Tendopoli e delle persone che incontro per vivere l’armonia della comunione. RIPARTIRE per non restare “sotto il virus” ma coglierlo come una opportunità per correre verso la meta.

Queste tre parole le affido anche a te e ti auguro di passare questo deserto, che Dio ci sta donando, come uno spazio fertile per incontrare il suo amore, per vivere, come il popolo eletto, una meravigliosa “luna di miele”, con Colui che non si stanca di chiamarci a partire, per piantare ogni giorno, nel quotidiano deserto, la tenda dell’amore.

Ci risentiremo prima di Pasqua. Uniti nella preghiera con Gesù e Maria camminiamo gioiosi verso al resurrezione, la vera vittoria sul virus.

Ti chiedo una preghiera per me, per la Tendopoli. Dio ti benedica

P. Francesco Cordeschi

 

 

 

PS.

1-Tutte le sere se vuoi alle ore 21,00 recitiamo il Santo rosario in FB, basta collegarsi al mio telefonino.

2- E’ bene che questa lettera venga letta nel gruppo per poi condividerla.

3- Vi ricordo l’appuntamento per celebrare il giubileo dei giovani passionisti a San Gabriele il 26 Luglio. Non deve mancare nessuno dei tanti che hanno vissuto la Tendopoli in questi 40 anni.