Terzo giorno della Tendopoli, ricco di testimonianze autorevoli. Dopo la relazione di ieri tenuta da Padre Jesùs Maria Aristin, oggi è la volta di Mon. Gian Carlo Maria Bregantini,il vescovo anti-‘ndrangheta, per la prima volta a San. Gabriele,e di Ela Gandhi,nipote del Mahatma Gandhi. Entusiasmo per la visita a sorpresa, per il 3° anno consecutivo, del Senatore a vita Giulio Andreotti.La mattinata si è conclusa con il “Premio Internazionale alle Genti d’Abruzzo nel mondo”da parte dell’Accademia Internazionale la Sponda. Previste per domani la relazione del Fondatore della Tendopoli Padre Francesco Cordeschi e la testimonianza del vice direttore ad  personam del Corriere della Sera, Magdi Cristiano Allam.Il pomeriggio vedrà i giovani impegnati  in un percorso di spiritualità, con momenti di silenzio, deserto, festa della riconciliazione, Santa messa e Via crucis serale.

 

Dopo la relazione di ieri tenuta da Jesùs Maria Aristin, oggi i giovani tendopolisti hanno ascoltato le relazioni di Mons.Gian Carlo Maria Bregantini, Vescovo di Campobasso, accolto da Mon. Seccia e da Padre Francesco Cordeschi, e di Ela Gandhi.” Ci siamo, ma non ci stiamo”: questo slogan, scritto dai ragazzi di Locri sui muri di una scuola quando Mons. Bregantini,Vescovo in Calabria, divenne punto di riferimento per quella parte della società civile che vuole dire basta alla sopraffazione e alla violenza delle organizzazioni malavitose,riassume il senso del suo intervento. Brigantini  ha saputo coinvolgere i giovani, esortandoli a cercare la Verità attraverso un uso responsabile della libertà che Dio ci ha donato:”Immaginiamo una barca a vela in mezzo al mare: la vela è la libertà, sogno dell’uomo e in particolare dei giovani, ma il vento spesso soffia nella direzione sbagliata, portandoci fuori rotta: ecco allora che occorre il timone, la Verità, per ritrovare la giusta strada,che porta a Dio. Solo la ricerca della Verità porta alla Giustizia, che è il profumo della vita.” Citando San Paolo, lettera ai Romani, cap.8,  “Ogni  volta che voglio fare il bene trovo in me solo la capacità di fare il male(…) Chi mi salverà”,ha sottolineato quanto sia faticoso discernere il bene dal male, la verità e la giustizia dalla menzogna e dall’ingiustizia  ma “la vita non è una rincorsa alla ricerca della Verità,  è una risposta ad una chiamata che ci precede. Per dirla con le parole di Madre Teresa di Calcutta, la nostra vita è un foglio bianco pensato da Dio e noi siamo matite nelle sue mani. Siamo liberi di scegliere, ma la vera libertà è nell’obbedienza”. Ha concluso ricordando un grande  esempio di obbedienza a Dio,Tommaso Moro, che , nella vicenda travagliata che portò allo scisma anglicano del XVI secolo, scelse a chi obbedire, e salendo sul patibolo disse “ Ho sempre servito Dio e il Re, ma ho servito prima Dio che il Re”: l’ingiustizia si combatte solo servendo la Verità.

Le parole di Mons. Bregantini hanno trovato una continuità nella bellissima testimonianza di Ela Gandhi, accolta con  entusiasmo dai giovani tendopolisti. Grande donna nella sua semplicità, ha raccontato degli episodi della vita del Mahatma per lanciare il suo messaggio di pace.Uno per tutti, ha ricordato di quando Ghandi, poco più che ventenne, giovane avvocato in Sudafrica, dovendo fare un viaggio in treno, acquistò un biglietto di prima classe, ma gli fu impedito di salire per il colore della sua pelle. Una umiliazione che portò  il Mahatma a considerare quale comportamento assumere: subire, tornare tra la sua gente per potersi sentire nuovamente persona, restare per combattere l’ingiustizia: sappiamo quale fu la scelta di Gahndi. “Ci siamo ma non ci stiamo”: un messaggio,quello del Mahatma,diventato patrimonio dell’uomo.” Non dobbiamo subire il male e la violenza, dobbiamo combatterli, ma rispondendo ad essi con la non-violenza, con segni semplici ma non banali, con la pace.E questo è possibile solo scegliendo una vita semplice, vivendo poveri tra i poveri.Gahndi diceva che la felicità e la ricchezza non sono in ciò che si possiede, ma in ciò in cui si crede” Questo il messaggio che Ela Gahndi ha lasciato alla  Tendopoli, un messaggio nel quale il cristiano ritrova tutte le ragioni della sua fede. Tantissime le domande dei giovani agli ospiti, che hanno dato vita ad un dibattito vivace e pieno di entusiasmo, durante il quale , ad animare ulteriormente la mattinata di questa terza giornata della XVIII Tendopoli, è giunto, graditissimo ospite “a sorpresa”, Il Senatore a vita Giulio Andreotti, che ha esordito ringraziando Dio “perché posso continuare, alla soglia dei 90° anni, a venire a San Gabriele per rinfrancarmi spiritualmente nella preghiera e per constatare con gioia quanto il Santo

Patrono dei giovani continui ad affascinare. Tutti abbiamo bisogno della sua protezione.” Il Senatore Andreotti ha poi salutato la nipote del Mahatma, affermando che “i valori di Gahndi sono universali e avvicinano al cristianesimo anche chi cristiano non è”.La mattinata si è conclusa con

il riconoscimento consegnato, oltre che a varie personalità della cultura, ai sindaci di Isola del Gran sasso e di Colledara e ai presidenti della Tendopoli, a Ela Gahndi,da parte dell’Accademia Internazionale La Sponda.

Il tend fest serale sarà animato dal Concerto testimonianza di Don Elio Benedetto,” Avevo fame e mi hai dato da mangiare”, insieme a Giacomo e il Gruppo Animazione Tend.

L’attesa relazione del fondatore della Tendopoli, padre Francesco Cordeschi, dal titolo “…e molti che ricercavano la giustizia e il diritto scesero nel deserto”(1Mac.2,29) è prevista per domani; a seguire la testimonianza di Magdi Cristiano Allam, “Grazie Gesù”. .Il pomeriggio vedrà i giovani impegnati  in un percorso di spiritualità, con momenti di silenzio, deserto, festa della riconciliazione, Santa messa e Via crucis serale

Per il settimo anno consecutivo, la Tendopoli potrà essere seguita quotidianamente anche on line, attraverso il sito internet www.tendopoli.it, con continui aggiornamenti, foto, notizie e interviste.